venerdì
04 Luglio 2025
Pallavolo

Tra cabala e matematica: le giocatrici della Teodora spiegano i numeri di maglia

La neo-capitana Guidi averà ancora l'8. La nuova arrivata Kavalenka prende l'11: «Uno più uno fa due che è il mio compleanno». Rocchi e Giovanna sfidano la superstizione: «13 e 17 non portano sfortuna»

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Il raduno della Conad per l’inizio della preparazione pre-campionato

Un po’ di scaramanzia, un po’ di matematica, un po’ di abitudine, un po’ di omaggio a grandi campionesse, un po’ di voglia di andare controcorrente, un po’ di amicizia: c’è tutto questo e altro nelle motivazioni con cui le tredici giocatrici della Conad Olimpia Teodora hanno scelto i numeri ufficiali di maglia per la prossima stagione. Le cinque conferme dalla squadra dello scorso anno – Chiara Poggi, Rebecca Piva, Ludovica Guidi, Alice Torcolacci, Giulia Rocchi – mantengono anche il proprio numero. In fondo alla pagina una gallery con alcune foto dai profili Instagram delle giocatrici.

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Foto di gruppo della stagione 2019-2020

Sono le stesse ragazze a spiegare la scelta del numero.

«Ho sempre avuto il 4 – racconta Rachele Morello –, ma questo è un anno particolare all’insegna della ripartenza dopo un momento difficile, quindi ho scelto di cambiare e prendere l’1».

«È il numero che mi ha sempre accompagnato fin da bambina – spiega invece Chiara Poggi –: non riesco a immaginare di giocare senza il mio numero 2».

«Non c’è un vero motivo per il mio 4 – sottolinea Rebecca Piva –. Mi piace come numero e all’inizio, quando ero bambina, l’avevo scelto un po’ per cabala perché è uno di quelli che i miei genitori hanno usato di più. Ora che ce l’ho da più di 10 anni però non voglio cambiare per nessun motivo».

Numero nuovo per Stefania Bernabè che confessa: «Solitamente mi piace il 10, ma non essendo disponibile ho scelto il 5 che è la sua metà. Questa avventura è totalmente nuova per me e ci sta provare un numero che non ho mai avuto».

Novità anche per Flavia Assirelli: «Non essendo disponibile il 13 che avevo avuto nelle scorse stagioni, ho preso il 6 perché è il numero di tre mie amiche ed ex compagne che hanno avuto un ruolo fondamentale nella mia vita sportiva e non solo».

«Negli anni delle giovanili ho sempre avuto il 29 – racconta Greta Monaco che vestirà il 7 –, ma si tratta di un numero troppo alto quindi ho dovuto cambiare e mi sono adattata a quello che era disponibile».

87861832 223907059004826 3989180111189164306 N«Anno scorso scelsi l’8 a pelle – spiega la neo-capitana Ludovica Guidi –. Lo avevo avuto alle selezioni provinciali e in questa stagione, Coronavirus a parte, è stato un buon amuleto personale da dover riconfermare».

Conferma anche per Alice Torcolacci: «Il 9 mi ha sempre accompagnato in questi anni di crescita e duro lavoro, spero continui ad essere di buon auspicio per il mio percorso».

Un ritorno alle origini, invece, per Alessandra Guasti, che racconta: «Quando giocavo nel mio paesino avevo il 10 e, una volta andata via, ho pensato insieme alla mia famiglia che sarebbe restato per sempre a Barberino. Ora ho avuto la possibilità di riprenderlo e sono molto contenta perché mi ricorda da dove sono partita».

88986423 2744518498971982 268927076970564769 N«Ho scelto l’11 per due motivi – dichiara Julia Kavalenka –: prima di tutto non mi piacciono i numeri singoli, e poi perché 1+1 fa 2, che è il giorno del mio compleanno».

Nuova avventura, ma vecchio numero per Laura Grigolo: «Quando ho iniziato a giocare ho preso il 12 perché guardavo la nazionale in tv e mi piaceva molto la Piccinini, quindi mi sono ispirata a lei e non ho più mollato questo numero».

«Non c’è un motivo ben preciso per il 13 – sottolinea Giulia Rocchi –. Quando lo scelsi era un numero che andava abbastanza controcorrente, perché secondo alcuni porta sfortuna. Poi l’ho sempre avuto da 10 anni a questa parte quindi ormai ci sono particolarmente affezionata».

«Il 17 è il mio numero preferito – spiega infine Beatrice Giovanna – e ce l’ho da quando sono piccola. Tra l’altro è sempre facile averlo disponibile visto che a molti non piace e pensano che porti sfortuna, ma io non la penso così».

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