Caos nelle case-famiglia per anziani, un tavolo provinciale per aggiornare le regole

Alla luce dei recenti casi di cronaca con presunti maltrattamenti, accordo raggiunto tra giunta comunale di Ravenna e sindacati per arricchire il regolamento e avere più qualità nelle strutture. E il sindaco spinge per potenziare le competenze della Municipale in manteria sanitaria

Alzheimer, AnzianoUn tavolo provinciale con i Comuni di tutti e tre i distrettisanitari, Ausl e parti sociali per aggiornare e arricchire il regolamento per le case-famiglia per anziani al fine di migliorare appropriatezza e qualità delle strutture. È questo l’accordo raggiunto tra la giunta comunale di Ravenna e i sindacati nel solco dei recenti fatti di cronaca che hanno evidenziato ancora una volta, a distanza di soli sei mesi da un caso analogo, quanto siano palesi le carenze nel settore. In parallelo, l’amministrazione, anche a seguito di un piano assunzionale considerevole, sta lavorando per ampliare ulteriormente, per quanto consentito, le competenze della polizia municipale in materia di tutela della salute e sanità, in modo tale da poter dedicare personale a specifici controlli.

L’accordo è l’esito di un incontro avvenuto stamani, 20 settembre, tra il sindaco Michele de Pascale, insieme con l’assessora ai Servizi Sociali Valentina Morigi, e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Il primo cittadino ci ha tenuto a sottolineare come in questo ambito si presenti un quadro molto diversificato: «Ci sono strutture ben gestite, adeguate alle esigenze e appropriate alla tipologia di ospiti che accolgono, in maniera rispondente alla norma; ci sono poi strutture che, a seguito di controlli, risultano non rispettare i requisiti previsti dal regolamento attualmente vigente; infine, in alcuni casi, ci si trova davanti a veri e propri comportamenti criminali».

La strada del giro di vite sul regolamento potrà eventualmente essere utile per la seconda tipologia di casi invece, hanno convenuto le parti, «per affrontare il grave problema del verificarsi di episodi criminali nelle case-famiglia il regolamento non è lo strumento corretto per affrontare due temi collegati: la carenza di normative a livello regionale e nazionale rispetto a queste strutture alla quale nessun regolamento del Comune potrà sostituirsi integralmente; l’impossibilità di prevenire la criminalità per legge: a questi comportamenti è indispensabile dare una risposta repressiva, già a partire dall’ambito amministrativo». In questa direzione, il sindaco ha espresso apprezzamento per l’attività portata avanti dai Nas dei carabinieri, sotto il coordinamento, a seconda dei casi, della procura della Repubblica o della prefettura di Ravenna.

I sindacati si sono resi disponibili a prendere parte ad un tavolo di lavoro condiviso anche con Ausl e i comuni di Faenza e Lugo per aggiornare e ampliare il regolamento. Nel contempo hanno evidenziato la necessità urgente di realizzare un progetto di monitoraggio della popolazione anziana, in continua crescita, per essere pronti a rispondere in modo adeguato alle esigenze.

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