Caso automedicalizzate 118: fare e poi spiegare non è una strategia vincente

Andrea AlberiziaA chi si occupa di sanità dovrebbe essere chiaro che prevenire è meglio che curare. E invece la vicenda della riduzione delle auto medicalizzate in provincia di Ravenna (vedi articolo su questo sito) pare dimostrare che il vecchio adagio non sia noto all’Ausl Romagna.

La nuova organizzazione delle automed è in vigore dall’1 dicembre. Ma la prima volta in cui un responsabile dell’azienda sanitaria ne ha illustrato pubblicamente i dettagli è stata la sera del 2 dicembre in un’assemblea cittadina a Lugo che era in programma da tempo per parlare di altri argomenti di sanità. Dopo due giorni di polemiche su social e testate, però, non si poteva evitare l’elefante nella stanza. (Breve nota a margine sul resto della serata: è parso più un convegno per specializzandi che un momento divulgativo ed è stato un po’ bizzarro sentire più volte uno dei relatori dire che le sue slide erano incomprensibili…).

Il dg Tiziano Carradori ha spiegato la decisione sulle automed con il supporto dei numeri e della capacità di eloquio di cui non difetta. Può essere una decisione criticabile, come tutte, ma almeno è stata incorniciata in un contesto e non è sembrata una “follia” senza logica. Dopo l’illustrazione dello scenario, alcuni esponenti politici presenti in sala hanno ribadito una critica che sintetizziamo brutalmente: era meglio se ce lo facevate sapere prima e non a babbo morto. Il dg ha reagito così: «Sono un tecnico. A me spetta il compito di garantire un servizio di qualità ai cittadini che rispetti gli standard fissati. Grazie a una organizzazione diversa, per noi non diminuirà la qualità da due a una macchina, allora non c’era nulla da comunicare alla cittadinanza».

E in linea di principio, Carradori ha pure ragione. Ma non in un mondo in cui la scienza non ha ancora convinto i terrapiattisti. Se certe decisioni gestionali nella sanità non vengono spiegate – e a volte nemmeno basta – si genera paura. Il cittadino medio viene a sapere che si passa da due automed a una e pensa solo una cosa: “Moriremo tutti”.

Il dg si è stupito che il sindacato Snami abbia contribuito a creare allarmismo. Carradori scopre ora il peso sindacale della categoria? Se i dati e le spiegazioni fornite il 2 dicembre fossero stati forniti 15 giorni prima (a mezzo stampa?), forse il comunicato dello Snami avrebbe fatto presa un po’ meno sull’opinione pubblica. Anche perché gli stessi media avrebbero avuto più strumenti per maneggiarlo. Se all’Ausl si sentono dei tecnici deputati a gestire e non a comunicare – posizione comunque piuttosto discutibile –, possibile che nessuno dei 15 sindaci della Romagna Faentina e della Bassa Romagna abbia pensato che gestire in modo attivo e preventivo la comunicazione di questa vicenda avrebbe disinnescato in anticipo qualche polemica?

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