Alla riscoperta del mondo di “Dune, dai libri della saga ai film

Dune Prima Edizione Italiana

La prima edizione italiana di “Dune” (1973, editrice Nord)

Per la fantascienza, come per la musica rock, gli anni ’60 furono l’apice della creatività. Basti pensare che erano attivi contemporaneamente Philip K. Dick, Isaac Asimov, Ray Bradbury, J. G. Ballard, Kurt Vonnegut e molti altri.
Uno degli autori che innovò più il genere in quel momento già così vivace fu Frank Herbert autore di Dune, uscito nel 1965 (la prima edizione italiana è del 1973, ndr), il cui successo lo portò a scrivere una saga completa di sei libri. La caratteristica che rese subito Dune uno spartiacque nel genere è che Herbert riuscì a creare l’immaginario di un intero universo.

Spesso si pensa che sia complicato scrivere libri storici ambientati nella Parigi del 1700 piuttosto che nella antica Roma perché è facile fare errori di ambientazione rendendo poco credibile la storia narrata. In realtà creare un mondo inventato e far sì che ogni aspetto sia coerente è ancora più complesso. Herbert crea un mondo di cui ci racconta ogni dettaglio: dalla vita quotidiana alla religione, dalle tradizioni al modo di mangiare. L’idea geniale di Herbert è unire l’immaginario spaziale della fantascienza classica con l’aspetto arcaico del fantasy canonizzato da J. R. R. Tolkien ne Il signore degli anelli (lui si inventò anche la lingua elfica!).

Il risultato è un libro denso di storie e personaggi che ci porta letteralmente in un altro mondo, in cui è facile perdersi. Il tutto ruota attorno al pianeta Arrakis, fatto solo di deserto e detto per questo Dune, in cui c’è una sostanza molto preziosa che serve come combustibile per le astronavi. Per questo tutti vogliono comandare su quel pianeta a ogni costo. Cosa ovviamente che ricorda molto da vicino il petrolio e i paesi arabi al centro di continue guerre (questo dagli anni ’60 a oggi non è affatto cambiato!).

L’aspetto più interessante secondo me è la parte mistica, l’idea della “voce interiore” che i prescelti possono sviluppare per manipolare le azioni delle altre persone.
Un amante di Herbert era George Lucas che con Star Wars prese a piene mani il mondo dello scrittore. E capì subito che trasporre al cinema Dune sarebbe stato un errore perché la storia è complicatissima e togliere una sottotrama rischiava di inficiare sulla comprensione del tutto. Per questo molti hanno fallito, tra cui due dei registi più geniali del nostro tempo, Alejandro Jodorowsky, che non iniziò nemmeno a girare il film, e David Lynch che invece rinnegò la pellicola.
Il canadese Denis Villeneuve usando grandi effetti speciali, un magnifico cast e grazie alla scelta radicale di ridurre all’osso la trama, è riuscito a portare a casa un buon film, che – per contrappasso – copia parecchio l’immaginario di Star Wars.

Aspetti negativi del libro, rileggendolo a distanza di molti anni, sono la scrittura molto piana, con dialoghi a volte non brillantissimi, e l’effetto polpettone, in una saga lunga oltre 4.000 pagine. La parte mistica rimane la più interessante, oltre ad alcune frasi ad effetto come questa: «La gente ha bisogno di tempi difficili e di oppressione per sviluppare i propri muscoli psichici», che ci ricorda come viviamo in ottimi tempi per sviluppare gli aspetti più profondi del nostro pensiero.

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