Lo sentite il campanello della casa famiglia?

Certe notizie, per quanto rilevanti, dovrebbero far suonare un campanellino nella testa di chi governa. È il caso delle accuse di presunto caporalato in una casa famiglia. Se uno si ferma alla superficie vede cinque povericristi fatti sgobbare come somari per quattro soldi. Succede che i povericristi sono un po’ neri e un po’ dell’est mentre il padrone è bianco e quindi frega poco a tutti (anche ai sindacati?). Ma se uno scava un po’ di più ci può vedere l’intrufolarsi di un certo tipo di comportamenti illegali nel mondo del lavoro che finora erano appannaggio di altri settori come edilizia e agricoltura (senza dimenticare i casi di altri reati come i maltrattamenti, qui l’ultimo episodio). Magari è una caso isolato. O magari è il segnale che nel settore del welfare e dell’assistenza agli anziani – sempre più cruciale in una popolazione che invecchia – le norme hanno maglie troppo larghe e stuzzicano l’illegalità. Oggi sono una coppia di coniugi poco sensibili alle norme. E se domani fosse la malavita organizzata? Stavolta è andata bene che i povericristi neri e dell’est subivano e non si sfogavano sul nonno, ma andrà sempre così?

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