L’inceneritore, le proroghe e le notizie a metà

A giudicare dalle dichiarazioni pubbliche, sembrano tutti felici che l’inceneritore di via Romea a Ravenna verrà spento (a proposito, avete notato che ora che stiamo per spegnerlo anche chi governa lo chiama “inceneritore” e non c’è più bisogno di andare avanti con il politically correct “termovalorizzatore”?). Di sicuro ci sarà da guadagnarne in salute. E del resto da queste parti il nostro l’abbiamo più che fatto, visto che si tratta di un impianto attivo dal 1999, il più vecchio della regione. Quindi bravi, certo. Però, senza voler fare i guastafeste, bisognerà pur dire che la notizia di ieri è solo a metà quella dello spegnimento. Nella narrazione fornita da autorità e politici vari è mancato un dettaglio: lo spegnimento era previsto per la fine del 2018 ed era previsto dal Piano regionale rifiuti approvato tre anni fa. Ci pare quindi che la notizia completa di ieri sia che il funzionamento è stato prorogato per altri sei mesi, dopo i primi sei di proroga scaduti proprio due giorni fa. Per fortuna che entro gennaio 2020 ci saranno le elezioni regionali: si può scommettere che non ci saranno altre proroghe.

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