L’orto del vicino

Verdena – Volevo magia (Universal, 2022)

Sono convinto che se la musica italiana non soffrisse di questo complesso d’inferiorità, se la passerebbe molto meglio di come se la stia passando oggi.

Questo per dire che capisco l’evoluzione dei Verdena, la cui carriera si divide più o meno in due fasi. Wow (2011) venne salutato come uno dei grandi dischi della sua epoca. I Verdena sono un gruppo di valore incalcolabile: sanno suonare, sanno suonare assieme, sanno scrivere belle canzoni, ascoltano un sacco di bella musica. Queste caratteristiche permangono in ogni minuto della loro musica, anche nei dischi che non sopporto.

A un certo punto, in ogni caso, i Verdena sembravano essersi fermati a un bivio: continuare a fare l’alternative rock o evolversi in un’altra cosa. Hanno scelto di evolversi, e probabilmente in quel periodo avevano ascoltato una serie di cose che hanno portato la loro musica ad allargare il campo visivo: Anima Latina e il Battisti adulto sono gli esempi più evidenti, ma lanciati in mezzo a un vero e proprio impianto sonoro (Lolli, psichedelia pop alla Flaming Lips, Sparklehorse, quel che volete). Nella mia testa, qui inizia una fase in cui i Verdena hanno deciso di farci invece che di esserci. Il gruppo ha sempre avuto un rapporto conflittuale con la sua prima fase e ha sempre cercato di mettere in bella vista il suo lato intellettuale: ma fino a Requiem sembrava comunque intenzionata a coltivare frutta nel proprio orto senza andare a impollinare il campo dei vicini. E quindi per me ascoltare un nuovo disco dei Verdena è diventata una tortura. In questo senso Volevo Magia si equivale a Wow e ai due Endkadenz: dischi in cui il clamoroso potenziale dei Verdena adulti è messo in bella mostra e poi innaffiato in un’ammucchiata di canzoni delle quali il gruppo per primo non sembra essere convinto. E c’è sempre, SEMPRE, un pezzo clamoroso. Una canzone che riporta ai Verdena di metà anni duemila, asciutti fino all’osso, con dei break che ti cavano la pelle di dosso e una visione di musica abbacinante. Nel nuovo disco la canzone è la terza della scaletta e si chiama “Pascolare”: mai sentiti i Verdena così essenziali e in parte, così (immagino io) desiderosi di suonar forte. Luca Ferrari mai così Dale Crover, un riffone di tastiera fittissimo, una gran cagnara di chitarre subito sotto, una bellissima linea vocale. Tra le dieci canzoni italiane del 2022.

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