Per farla breve, i Macchianera Awards sono una sorta di Oscar del web. E Bastonate ( bastonate.wordpress.com ) è risultato essere il miglior sito musicale italiano di quest’anno. In effetti è un blog fantastico. Dietro la tastiera c’è (soprattutto) Francesco Farabegoli (per i suoi lettori kekko), cesenate che ora vive a Madonna dell’Albero. Gli ho scritto su Facebook e ne è venuta fuori una roba lunghissima. Eccone una parte.
Che lavoro fai? Quando nasce Bastonate, e perché?
«Sono impiegato in una ditta di sementi, ma scrivo di musica dal ‘96. […] Bastonate apre nel maggio 2009. l’idea era quella di mettere insieme pezzi che parlassero di musica pesante (metal cafone e affini) con dei canoni critici diversi da quelli delle riviste. […] Il nome viene dal fatto che mi serviva un nome al volo per mettere due articoli di prova, e poi non abbiamo più avuto voglia di cambiarlo».
Leggendo il tuo blog, appunto, vien da pensare che i critici musicali non ti facciano impazzire…
«La maggior parte dei giornalisti musicali, quelli che non hanno problemi a definirsi tali intendo, hanno una riverenza per la loro professione che travalica i confini dell’umano senso e li fa sentire in obbligo di essere noiosi. Ci sono eccezioni, un sacco di eccezioni, e un sacco di gente non noiosa, ma ti sfogli una rivista e ci sono le recensioni e poi le interviste e se ti va bene due articoli trasversali interessanti. Le linee editoriali e tutta quella roba; a me non è che dispiaccia, ma è roba che quando la fai ti senti addosso dieci anni più di quelli che hai. Con Bastonate mi muovo a rovescio. L’obiettivo, quando inizio a scrivere il pezzo, è che sia interessante. Di base della musica non mi frega niente, ma voglio che il pezzo abbia un punto di vista diverso o che sia scritto bene. Questa cosa per certi versi è una gabbia stupida, a volte non parlo di dischi che mi piacciono e vorrei che la gente ascoltasse, solo perché non riesco a trovare niente di davvero interessante da dire. Però in generale è un buon modo per non annoiarsi e continuare ad aver voglia di aggiornare».
In internet pare che sia figo sparare contro chi ha successo. I National, per esempio, adesso fanno schifo a tutti?
«No, è che internet ha una specie di moralità dinamica al proprio interno. Se un gruppo piace a tutti è probabile che sia un pacco, questo per definizione (se piaci a tutti è probabile che tu sia di una bellezza molto standard, tipo Belen Rodriguez, ma ci si innamora di altre persone credo); se esce fuori il disco di un gruppo atteso, ognuno si sente in dovere di dare un’opinione in dieci minuti d’orologio. L’opinione può essere buona o non buona e può cambiare il giorno successivo. Comunque nel momento in cui succede tu sei davanti allo schermo e ti trovi dieci persone che dicono che il nuovo National è un capolavoro e altre dieci che dicono che sia una ciofeca. A un certo punto impari a muoverti e cerchi di prevedere le mosse altrui. “Il nuovo dei National piacerà a tutti, ma in realtà è uno schifo”. Poi diventa: “Vi aspettate che io dica che il nuovo National piacerà a tutti e che a me ha fatto schifo? Vi sbagliate”. Dopo un po’ diventa un intreccio tipo Jeffery Deaver. È un giochino divertente, se uno ha tempo da perdere e non vuole diventare il Pasolini della propria generazione».
Quali sono i tre dischi che Bastonate quest’anno consiglia ai lettori di un settimanale generalista come questo?
«L’ultimo numero che ho letto di Ravenna&Dintorni conteneva un’osanna al nuovo Grant Hart, questo mi mette in condizione di consigliare i dischi che preferisco. Direi Bill Callahan, Jon Hopkins, Gazebo Penguins, Bachi da Pietra, Fine Before You Came. Hai detto tre? Marnero, James Holden, The Knife, The Ex & Brass Unbound, prima o poi ne esce uno dei Melvins, Caso. Il nuovo Clever Square sarà molto buono, sospetto. Bloody Beetroots. Rihanna è di quest’anno? Carcass, Daft Punk, Kanye West, Lanegan, MGMT, Flaming Lips, boh».