Questo mondo non mi renderà cattivo (di Zerocalcare, miniserie, 2023)
Dopo il grande successo di Strappare lungo i bordi, Zerocalcare torna con una striscia animata molto simile a livello di format (6 episodi di circa mezz’ora ciascuno), con al centro sempre la favolosa triade di personaggi composta da Zero, Sarah e Secco, oltre naturalmente all’immancabile coscienza di Zero sotto forma di Armadillo (doppiato da Valerio Mastandrea).
I nostri “eroi” questa volta si trovano di fronte all’apertura di un centro accoglienza, che nel loro quartiere romano crea forti tensioni, alimentate e cavalcate dai fascisti, tra residenti intolleranti e politici traballanti. Al centro di questa vicenda c’è un vecchio amico di Zero, Cesare, che si trova dalla parte sbagliata della barricata. Il tema è attuale, chiarissimo e il punto di vista dell’autore lo è ancor di più, come perfettamente noto allo spettatore è il meccanismo narrativo, le continue e piacevoli divagazioni, la cura per i particolari e i dialoghi nel personalissimo romanesco che contraddistingue e lega le due serie di Zerocalcare.
Rinnovando l’invito a cimentarsi prima o poi in qualcosa di diverso, non possiamo che tessere le lodi anche di questa opera seconda, che riesce nuovamente a catturare lo spettatore con grande facilità rendendolo nel giro di pochi minuti un turbine di emozioni con un variare di sensazioni, divise tra ilarità e profonda tristezza; l’autore fa centro soprattutto attraverso i suoi personaggi, la loro crescita, la loro psicologia e il loro approccio a una vicenda grave, umana e attuale, ma che riesce incredibilmente a stare sullo sfondo. L’impegno e l’impronta politica sono noti e mai minimamente in discussione, come se questo fosse scontato e non una dichiarazione di idee e di intenti di parte e, ahimè, ultimamente anche poco popolare.
All’autore piace dare la voce ai protagonisti, a se stesso e ai suoi amici, che sembrerebbero quasi sfumature dello stesso Zero, come ulteriori coscienze non personali come l’ermellino, ma veri e propri sotto ragionamenti sociali e culturali. In tutti i personaggi c’è una profondità, uno studio e uno spessore che difficilmente troviamo nelle serie, animate o no, che parlano di giovani e che troppo spesso mettono i fatti davanti alle persone. L’animazione è ancora una volta impeccabile, e la colonna sonora apre gli orizzonti anche al mainstream, dai Clash ai Ricchi e Poveri, mentre sono sempre importantissimi dettagli e citazioni che farciscono ogni scena.
Come per Strappare lungo i bordi, anche qui è consigliabile una seconda visione che ci alieni dalla storia e dai personaggi, e che ci lasci apprezzare ogni piccolo e delizioso particolare che l’autore semina in questa seppur breve seconda avventura cinematografica.