domenica
15 Giugno 2025

In quanto a vampiri “Daybreakers” non regge il confronto col gioiello “Lasciami entrare”

Condividi

Daybreakers
di Michael e Peter Spierig
Nel 2019 il mondo non è finito, ma per colpa di un’epidemia la popolazione mondiale è composta per il 95% da vampiri. L’estinzione degli umani è un problema che riguarda tutti, e il sangue inizia a essere un bene indispensabile in via di estinzione.
Uno scenziato è incaricato di cercare un surrogato del sangue per permettere alla razza vampira di sopravvivere, e agli umani di non essere considerati delle prede. I vampiri compiono un altro passo, dall’horror alla fantascienza. Il film dei fratelli Spierig, fortemente metaforico, rappresenta i vampiri come persone vere e proprie, che bevono (sangue) dai bicchieri, hanno un ordinamento politico e si sono organizzati in modo identico al nostro. Grazie a un espediente tecnologico, poi, possono anche uscire in auto di giorno senza esporsi al sole. La società rappresentata nella prima parte di film è curata, affascinante, scenografica, con molteplici rimandi, dal piccolo cult Gattaca (con cui condivide il protagonista Ethan Hawke) al recente Io sono leggenda. La narrazione procede a ritmo di western (e di Mad Max) fino a un’affascinante scena che mostra una via alternativa nei rapporti umani-vampiri. Purtroppo poi, anche a causa di una caratterizzazione dei personaggi piuttosto banale (buoni, cattivi, ex buoni, ex cattivi) il film scivola in fretta in un epilogo d’azione che poco ha a che fare con le belle promesse del film. Peccato, da piccolo classico della nuova fantascienza passa a semplice variazione (non banale) sul tema vampiresco che piacerà solo agli appassionati di genere.
Voto 6

Lasciami entrare
di Tomas Alfredson
Nel periodo in cui Twilight irrompeva nei cinema e nei colli degli spettatori, usciva in sordina anche questo bellissimo film, la cui tematica è identica alla ormai celeberrima saga vampiresca: una storia d’amore tra una vampira e un umano. Rispetto a Twilight è invertito il sesso dei protagonisti, l’età è più giovane (qui 12 anni), l’ambientazione è diversa (la Stoccolma invernale) e soprattutto il carattere dei protagonisti: l’umano non è un giovane fotomodello, ma è un ragazzino maltrattato dai coetanei e ignorato dalla famiglia, mentre la vampira non è miss mondo ma un’oscura e solitaria adolescente. La narrazione è lenta, costruita apposta per trasmettere allo spettatore lo spirito del film, romanticissimo e altrettanto crudele. Terza protagonista è la periferia di Stoccolma, monotona e isolata, che offre personaggi secondari per nulla rassicuranti e figli di quel nulla che il regista vuole presentarci. Il film va ben oltre l’horror e ci mostra una storia d’amore tenera e partecipata in una serie di contesti (vampirismo e Stoccolma) che fungono da metaforici freni all’incontro   tra i due adolescenti, analizzando anche certi canoni sociali come bullismo e solitudine. Amore, orrore e violenza raccontati in modoto talmente nuovo in questo bellissimo film, che prepara gli spettatori a un finale straordinario, con la macchina da presa che s’inventa in un luogo nuovo per raccontare di Eli e Oskar, restando poi inquietantemente ambiguo fino ai titoli di coda. Da non perdere.
Voto 8

Filmografia vampiresca essenziale: Nosferatu (Friedrich W. Murnau, 1922), Hannocambiato faccia (Corrado Farina, 1971), Intervista col vampiro (NeilJordan, 1994), The Addiction (Abel Ferrara, 1995).

Condividi
Contenuti promozionali

DENTRO IL MERCATO IMMOBILIARE

CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

La casa di Anne

Il progetto di un'abitazione del centro di Ravenna a cura dello studio di Giovanni Mecozzi


Chiudi