martedì
14 Ottobre 2025

Un teen movie (anche) sui diritti femminili: da far vedere (soprattutto) agli adolescenti

Condividi

 

Girl Power – La rivoluzione comincia a scuola (di Amy Poehler, 2021)

Girl Power La Rivoluzione Comincia A Scuola Recensione Jpeg 1200x0 Crop Q85Vivian è una ragazza introversa che vive con la madre (la stessa regista Amy Poehler) e frequenta, non senza disagio, il terzo anno della scuola superiore, passando spesso il tempo solo con la sua migliore amica Claudia. Il liceo Rockport è una rigida e tradizionale scuola della peggiore tradizione americana, con gli uomini nelle vesti di atleti e giudici supremi del comportamento altrui, e le donne relegate a cheerleaders o ancor peggio a figurine ornamentali. L’arrivo a scuola della combattiva Lucy, che sbeffeggia immediatamente le gerarchie esistenti, mette a fuoco tutti i problemi dell’istituzione, giustamente tacciata di maschilismo e di cui la Preside risulta essere complice; la situazione fa scattare una molla in Vivian che, cercando per compito (di storia) una “causa che le stia a cuore”, fonda segretamente Moxie, una fanzine femminista che sarà la miccia che accenderà il fuoco di una vera e propria rivoluzione.

Passata la Festa della Donna, parliamo dei diritti femminili attraverso un teen movie che nasce come tanti altri ma che tratta con pudore e delicatezza temi delicati e di attualità, mantenendo la leggerezza che contraddistingue le commedie ambientate nel mondo della scuola. Il genere negli Stati Uniti è trattato ai limiti dell’inflazione, mentre da noi sta vedendo la luce solo recentemente grazie alle piattaforme in streaming, dopo anni di ingiustificata sottovalutazione del genere che ha portato a distribuzioni col contagocce.

Il genere contiene sempre un messaggio edificante e il parlare il linguaggio degli adolescenti deve avvicinare questi ultimi sia al mondo del cinema, sia a tematiche che qui sono mediate tramite un paio d’ore scarse di divertimento, ma che hanno le frecce giuste per colpire il pubblico a cui si rivolge.

In definitiva, Girl Power è una commedia molto semplice, con personaggi nel suo complesso stereotipati e attori complessivamente nella media, anche se il trio protagonista, composto anche dal belloccio e misogino Patrick Schwarzenegger (certo, figlio d’arte); il film è però trascinato da un’energica colonna sonora punk rock delle Bikini Kill e dai manifesti delle Riot Grrrl, protagoniste della scena femminista degli anni novanta negli Usa, che infondono una grinta che fa guardare oltre la storiella liceale e che pur non avendo la pretesa di essere un apologo sulla parità di genere o un grande dramma sui diritti, intrattiene il pubblico lasciando (si spera) più di una domanda nella testa di coloro che questo film dovrebbero davvero guardarlo: gli adolescenti.

Condividi
CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

La darsena di Ravenna protagonista alla Biennale di Venezia

Nel progetto "Italia Infinita 2075" che immagina una connessione veloce sotto l'Adriatico

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi