Massimo Iosa Ghini e ETB: il racconto e le opere

Il geniale eclettismo del progettista bolognese fra arte, architettura e design d’autore, insieme all’astrazione progettuale che ricerca l’armonia col paesaggio del giovane studio, attivo tra   Italia e Spagna

L’architetto e designer Massimo Iosa Ghini chiude l’edizione 2016 degli incontri sull’architettura contemporanea promossa dalla rivista Casa Premium della società editoriale Reclam e ideata dal comitato scientifico composto da Gianluca Bonini e Giovanni Mecozzi di Nuovostudio e da Filippo Pambianco Caveja-studio, con il patrocinio degli Ordini professionali degli architetti e ingegneri di Ravenna e Forlì anche ai fini formativi. L’architetto Iosa Ghini sarà l’ultimo dei “SeDici” protagonisti che hanno animato otto appuntamenti, affiancato il 17 novembre dallo studio  ETB (Tessari e Bandiera) di Treviso. La Pinacoteca di Faenza è la tappa finale di un percorso che ha attraversato la Romagna e ha indagato le migliori esperienze e ha messo a confronto professionisti affermati della progettazione contemporanea e studi emergenti prevalentemente con sede in regione, ma operanti in Italia e nel mondo. Di arredo urbano e di quali strumenti utilizzare nei centri storici e nelle periferie dialogheranno nella tavola rotonda “Arte e design per l’identità cittadina” i relatori e altri esperti, condotti dal direttore della rivista Casa Premium Fausto Piazza.

 

L’infaticabile sperimentatore fra disegno e design, architetture “fluide” e ristrutturazioni d’artista

Massimo Iosa Ghini, classe 1959, si laurea al Politecnico di Milano. È stato tra i fondatori del gruppo Bolidismo e ha collaborato con il gruppo Memphis fondato da Ettore Sottsass. Artista, disegnatore e progettista eclettico nel 1990, fonda la Iosa Ghini Associati, con sede a Milano e Bologna. Si occupa di progettazione di architetture, installazioni culturali e commerciali, e catene di negozi. È inoltre attivo in campo teorico con la partecipazione a convegni, conferenze e seminari sull’architettura e il design. Tra le sue installazioni, quella del 1988 realizzata al Centro Georges Pompidou. I suoi progetti si trovano in vari musei e hanno ricevuto riconoscimenti, tra cui il Roscoe Award negli Usa, il Good Design Award dal Chicago Athenaeum, il Red Dot Award, l’IF Product Design Award nel e il premio Iai Award Green Design Global Award a Shanghai. Un suo progetto è stato presentato nel Padiglione Italia “Le architetture del Made in Italy”, 13ª Mostra Internazionale di Architettura, Biennale di Venezia 2012. Nel 2013 la Triennale di Milano ha dedicato una mostra antologica ai suoi trent’anni di carriera professionale, dagli esordi all’oggi sostenibile, poi riproposta dal MAMBO di Bologna. Nel 2015 un suo retail concept, Kiko Milano, ha vinto nella categoria Best Retail Global Expansion al Mapic 2014. La Fondazione Marconi e il Marconi Institute for Creativity gli hanno conferito il premio Marconi per la creatività come riconoscimento per le sue capacità ideative. Nella sede di Ice Agenzia a Roma Eur, è stata ospitata sua installazione “Assolo Italiano”, dedicata alle eccellenze del Made in Italy. Recentemente si è occupato di sostenibilità «non solo come tecnologia ma anche come atteggiamento».
L’evoluzione professionale di Iosa Ghini si svolge nel design, nella progettazione di aree e strutture dedicate al trasporto pubblico, nonché nel design di catene di negozi realizzate in tutto il mondo, sviluppando progetti per importanti gruppi internazionali come Ferrari, Capital Group, IBM Italia, CMC Group Miami, Seat Pagine Gialle, Alitalia e tanti altri.
La casa privata progettata da Massimo Iosa Ghini nel 2012 sembra accogliere le molteplici esperienze e idee progettuali e rappresenta si legge in una scheda di studio: «un esempio di ristrutturazione qualitativa che restituisce all’apparato strutturale originario – una palazzina di circa 600 metri quadrati situata in una zona nobile di Bologna – risalente al periodo razionalista del secolo scorso, una composizione dinamica, insieme alla componente di conservazione. Si tratta di un progetto per una nuova casa-studio-laboratorio e show-room che contiene diversi elementi significativi e originali e ricrea un ambiente ampliamente vivibile, un modo di abitare innovativo: un felice connubio di architettura, interior design, arredo, controllo del dettaglio. Recupero, minimizzazione dei consumi, progetti di elementi ad hoc, altissima qualità estetica e dei materiali, comfort sono le parole chiave del recentissimo progetto». Iosa Ghini definisce il proprio stile fluido ed ecco gli involucri sinuosi e isole di vetro opaco o trasparente dell’Ibm Software Executive briefing center di Roma interamente rinnovato nel 2010 con tecnologie d’avanguardia in campo audiovisivo per fornire agli ospiti un ambiente confortevole. Un’idea di futuro capace di dialogare con l’arte e il passato: nel 2009 Iosa Ghini restaura a Bologna la casa d’artista di Giorgio Morandi. L’appartamento di via Fondazza 36, è collocato all’interno di una  edificio di epoca rinascimentale. L’intervento architettonico sull’appartamento prende le mosse dal ripristino della distribuzione originale degli ambienti al tempo in cui visse il pittore. «Il progetto della Casa d’artista – si legge nella scheda di studio – parte  dal concept di luogo della narrazione e della  memoria dove gli ambienti più significativi dell’esistenza del Maestro sono riportati, ove possibile, in vita; la “casa d’artista“ è anche luogo di divulgazione e di studio con ambienti attrezzati per l’approfondimento di temi specifici e luogo per la consultazione della collezione dei volumi di Morandi aperta a studiosi e ricercatori. Il percorso vede intercalati gli spazi storici dello Studio-Atelier, dell’anticamera e del ripostiglio dei modelli, alle nuove sale espositive dedicate alla biografia del maestro, agli amici artisti e ai fotografi che hanno immortalato la “camera magica” Studio di Morandi, da noi interpretata tramite un involucro in vetro, una scatola in vetro». E la storia si declina anche attraverso il mito, dal 2002 Iosa Ghini si occupa dei Ferrari Stores, luoghi che hanno l’ambizione di non essere solo negozi, ma punti di raccolta della storia e dello spirito Ferrari, dove le forme, le finiture e i materiali rappresenta l’anima duplice del mondo racing e del mondo lusso. «Le linee di progetto, morbide e dinamiche, derivano direttamente dalle forme dei bolidi e delle berline Ferrari e anche da un’idea di velocità che prende avvio dall’estetica futuristica marinettiana, per definire un design essenziale ma espressivo. Questo futurismo elegante è potenziato dall’idea di movimento multimediale e iconografico». E infine impossibile citare la ricca produzione di oggetti Menphis, dal tavolo Roy (1987); alla sedia Juliette (1987), alla caraffa Moore (2014); per passare alle cucine Snaidero (2016); allo sgabello Moroso (1987); ai tavolini MGM Marbles and Stone (2015);la  balaustra Lùmina di Faraone (2011). Nel lighting la lampada da tavolo Kalika di Venini (2016); lampada Canattata De Majo (2011); lampada Lens di IGuzzini (2010).

Un mosaico di immagini che rappresentano la versatilità progettuale dell’architetto Massimo Iosa Ghini: disegni, allestimenti, abitazioni edifici commerciali, mobili di design

 

L’ordine autonomo dell’architettura e la sintonia con il genius loci

ETB è uno studio di progettazione urbana, architettonica e di design fondato nel 2008 da Alessandro Tessari e Matteo Bandiera, con sede a Sviglia (Spagna) e Treviso (Italia). Lo studio ETB è particolarmente interessato all’interazione tra idea astratta dell’architettura e la sua tonalità. Idea astratta intesa come ordine autonomo dell’architettura, capace di stabilire regole semplici e comprensibili alla società; tonalità come capacità dell’architettura di trovare la giusta intonazione con i luoghi, una “seconda spontaneità” nel radicamento al paesaggio. Lo studio si dedica alla ricerca progettuale attraverso la partecipazione a concorsi internazionali di cui è risultato vincitore in varie occasioni e in particolare nel progetto per il Centro Multifunzionale di Sappada (Italia), il progetto per il Museo Archeologico di Punta Umbria (Spagna) e il progetto per la Senior City di Cortina D’Ampezzo (Italia). I lavori di ETB sono stati pubblicati nelle principali riviste di architettura europee.  Lo studio ETB ha sostenuto lectures nelle principali Università di Architettura tra le quali lo IUAV di Venezia, l’AAM di Mendrisio, l’ETSA di Siviglia, la FAU-UFRJ di Rio de Janeiro e la Javeriana di Bogotà e in diversi istituti culturali in Europa tra cui la Biennale di Venezia e la Maisone de l’Architecture di Ginevra. Lo studio è stato insignito di diversi premi  e riconoscimenti tra i quali l’AGATV 2010, il NIB 2011 e il YIA 2012. Dal 2009 sono soci dello studio ETB Nicola di Pietro e German Pro Lozano.
Alessandro Tessari (Treviso, 1980) studia allo IUAV di Venezia e all’ETSA di Siviglia. Si laurea in Architettura con Bernardo Secchi e Guillermo Vazquez Consuegra, con il quale collabora dal 2005 al 2008, maturando esperienza nell’ambito di grandi progetti culturali pubblici e in concorsi internazionali. Nel 2008 fonda con Matteo Bandiera lo studio ETB. E’ Dottore di Ricerca in Architettura Villard d’Honnecourt di Venezia e in Urbanistica alla FAU-UFRJ di Rio de Janeiro. E’ stato visiting professor presso l’Università di Architettura di Venezia, l’Università Roma Tre di Roma, l’Università Cattolica di Pereira e l’Università Javeriana di Bogotà. Dal 2016 è docente presso l’Università di Architettura di Ferrara.
Matteo Bandiera (Treviso, 1981), studia allo IUAV di Venezia e all’ETSA di Siviglia. Si laurea con Bernardo Secchi e Guillermo Vazquez Consuegra. Dal 2005 al 2007 collabora con lo studio C+S associati lavorando a diversi progetti pubblici e privati e numerosi concorsi internazionali. Nel 2008 fonda con Alessandro Tessari lo studio ETB. E’ stato visiting professor presso l’Università di Architettura di Venezia e l’Università Roma Tre di Roma.

Modelli e rendering di progetti dello studio ETB di Treviso

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