Alla ricerca dell’Unicorno

L’arte musiva medievale, a Ravenna e in Italia, è ricca di raffigurazioni tratte dai Bestiari

Durante l’XI-XII secolo i pavimenti musivi degli edifici sacri si caratterizzarono sempre di più dal punto di vista materico e iconografico. All’utilizzo di pochi colori dominanti ripetuti nel fondo e nelle bordure, alla tecnica più grossolana e all’impiego dell’opus sectile si affiancarono temi propriamente romanici con personaggi tratti dall’Antico Testamento, con allegorie dei dodici mesi dell’anno accompagnate dai relativi segni zodiacali, con visioni enciclopediche, geografiche e cosmogoniche. Oltre a personaggi che prefigurano il Nuovo Testamento, Sansone, Giona, Davide, Noé, Caino e Abele, si trovano rappresentati santi locali con episodi della loro vita. Frequenti sono anche i temi tratti dalla mitologia e dall’antichità, Teseo e il Minotauro, e i cicli ispirati alla letteratura, alla storia e alle leggende popolari, come quelli che fanno riferimento all’ascensione di Alessandro Magno, a Re Artù e ai cicli epici, alle imprese dei paladini di Francia. Ma le immagini più comuni sono quelle degli animali, reali o fantastici, soggetti tipici dei bestiari, frutto del progresso del sapere enciclopedico e delle conoscenze geografiche e zoologiche. L’interesse per le raccolte di racconti sugli animali, nonché la loro associazione a determinate caratteristiche, comportamenti, vizi e virtù, li hanno resi in epoca medievale soggetto prediletto e ampiamente utilizzato.
Le immagini rappresentate nei pavimenti venivano concepite per essere ammirate e lette nella loro complessità man mano che si procedeva avanzando nell’edificio, in stretta relazione con la parte della chiesa che decoravano: la disponibilità di spazio e l’organizzazione liturgica determinavano la distribuzione dei temi. Alla zona presbiteriale, ad esempio, erano riservate decorazioni trasversali e spesso a carattere narrativo, mentre erano esclusi Cristo, la Vergine e i temi tratti dal Nuovo Testamento, perché non adatti a essere calpestati.
Pur rappresentando un caso a parte, anche Ravenna, con i suoi mosaici pavimentali presenti senza soluzione di continuità dal IV al XII secolo, si arricchì in epoca medioevale di un ampio programma iconografico di elementi desunti dai bestiari, in armonia con quello tipico dei pavimenti romanici dell’Italia settentrionale.

Oltre alla chiesa ravennate di San Giovanni Evangelista, i cui mosaici medievali sono più noti, numericamente più consistenti e meglio conservati, anche San Vitale ha restituito interessanti frammenti musivi rappresentanti animali appartenenti al repertorio abituale dei bestiari. Sia i frammenti di San Vitale sia i mosaici di San Giovanni Evangelista testimoniano una produzione ravennate di alta qualità databile dalla metà del XII secolo che si modificherà nel corso del secolo successivo con nuove semplificazioni grafiche.
Collocati attualmente presso il Museo Nazionale di Ravenna alcuni dei mosaici pavimentali medievali provenienti da San Vitale sono stati in parte rinvenuti in occasione della realizzazione del nuovo piancito dell’abside e del presbiterio della chiesa, i cui lavori iniziarono nel 1899 con l’esecuzione di uno scavo nel coro della basilica o addirittura precedentemente, in concomitanza a interventi occasionali. Anche durante gli scavi del 1911-1915, condotti lungo tutto il perimetro dell’ambulacro, sotto la guida del Soprintendente Giuseppe Gerola, riemersero alcuni frammenti musivi attribuibili a diverse fasi pavimentali che vennero asportati e collocati su cemento, al fine di evitarne la dispersione. Tra questi probabilmente si trovavano altri elementi appartenenti alla produzione musiva ravennate del XII secolo e raffiguranti animali reali e fantastici, che, in origine, erano andati a colmare zone lacunose del pavimento originale della chiesa di San Vitale. A partire dal 1909-1910 alcuni di questi mosaici sono stati uniti e, in alcuni casi, collocati su nuovo supporto dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze; solo dal 1999 la Scuola per il restauro del Mosaico di Ravenna ha iniziato progressivamente a studiarli e restaurali sistematicamente.
Tra i mosaici del XII sec. di San Vitale raffiguranti animali tratti dai bestiari medievali si riconosce un interessante capro che presenta alcuni caratteri tipici dell’unicorno, animale favoloso in forma di quadrupede: oltre al lungo corno “arricciato” sulla fronte si riconoscono alcuni ciuffi di criniera, una coda leonina e zoccoli bovini. In questo pannello l’unicorno è fronteggiato da una testa di antilope e delimitato, lungo il margine sinistro, da due volatili riccamente policromi che fungono da bordo decorativo. Si stratta di un uccello acquatico, un anatide, forse un Germano reale, dal piumaggio colorato, dal largo becco, dalle zampe corte e palmate; l’altro è probabilmente un fasanide riconoscibile dalla coda più lunga e dalle zampe più esili.
Una rappresentazione dell’unicorno compare anche nei mosaici pavimentali della chiesa di San Giovanni Evangelista a Ravenna, dove l’unicorno, tutt’altro che mansueto, presenta un manto policromo.
Altre rappresentazioni coeve di unicorni si incontrano, solo per fare alcuni esempi, in altri mosaici pavimentali come quelli della Cattedrale di Santa Maria Assunta ad Aosta dove il quadrupede insieme ad altri animali fantastici è disposto all’interno di uno schema rigidamente geometrico o in quelli della chiesa di Santa Maria del Patir di Rossano Calabro, dove le raffigurazioni degli animali sono di straordinaria policromia ottenuta facendo ricorso all’impiego di rocce locali e ciottoli di fiume dai colori e dalle tonalità particolari o in quelli di San Benedetto Polirone a Mantova dove il liocorno appare in tutta la sua leggiadria ed eleganza.
Contatti diretti tra l’animale e l’uomo si hanno nella cattedrale di Santa Maria Annunziata di Otranto, dove nel presbiterio, in uno dei sedici medaglioni raffiguranti animali e figure umane mitiche, un unicorno è affiancato dalla rappresentazione del monaco Pantaleone, ritenuto l’autore-registra del mosaico, e in San Savino a Piacenza, dove il grande mosaico della cripta con la raffigurazione dei mesi è compreso in un quadrato con cornice geometrica con scene figurate nelle quali ben si riconosce una dama con unicorno .

 

Bibliografia

P. Angiolini Martinelli, Frammenti di mosaico pavimentale (fine XII secolo). Ravenna, San Vitale, vestibolo occidentale dei matronei, in La Basilica di San Vitale a Ravenna, Modena, 197, pp. 252-255.
X. Barral I Altet, Il mosaico pavimentale, in La pittura in Italia. L’altomedioevo, a cura di C. Bertelli, Milano, 1994, pp. 480-498.
R. Farioli Campanati, Pavimenti musivi inediti a Ravenna: i mosaici medievali di San Vitale, in III Colloquio Internazionale sul mosaico (Anticora 1980), Ravenna, 1983, pp. 481-489.
C. Muscolino, C. Tedeschi, Lacerti musivi medievali provenienti dal pavimento di San Vitale a Ravenna, in Atti del X Colloquio dell’Associazione Italiana per lo studio e la Conservazione del Mosaico (Lecce 2004), Tivoli, 2005, pp. 913-924.
C. Muscolino, F. Cavani, Tra i mosaici di San Vitale. Rappresentazioni zoomorfe poco conosciute, in “Orizzonti. Rassegna di archeologia”, XVII, 2016, pp. 103-16.

AGENZIA MARIS BILLB CP 01 01 – 31 12 24
NATURASI BILLB SEMI CECI FAGIOLI 19 – 28 04 24
AGENZIA CASA DEI SOGNI BILLB 01 01 – 31 12 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24