Piazza Caduti: come le pagine di un libro di storia

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La Piazza Caduti

Il passato, le trasformazioni, il presente e il futuro di una delle zone del centro storico più vitali

A differenza di altri luoghi del centro storico sempre al centro di progetti di riqualificazione, di polemiche, di concorsi e ricorsi, piazza dei Caduti per la Libertà, vive da tempo una sorta di pace urbanistica, nonostante sia lo snodo di direttrici stradali strategiche per il centro storico e di una fitta rete commerciale e direzionale. Una pressione che la vede spesso oppressa dal traffico veicolare e da una impropria e più che disinvolta idea della sosta e del posto auto da parte di molti cittadini. La piazza dall’aspetto curato, conserva un cuore verde con una grande aiuola sotto la quale si nascondono le tracce della città antica con il ponte Capetellus sul fiume Padenna. Se il passato giace nascosto, la piazza conserva la propria impronta novecentesca e raccoglie oggi la confluenza di vie pedonali, strade a traffico limitato o ad alta percorrenza ed è attraversata da tante linee urbane ed extraurbane del trasporto pubblico locale.  Da un lato sia apre la zona che va De Gasperi, via Canneti a via Guerrini, Largo Chartres, via Rondinelli, piazza D’Annunzio a via Corti alle Mura; dall’altro le vie Mazzini, Baccarini, Guaccimanni.

A sinistra un’immagine degli anni ‘60 del ‘900 e l’ attuale di Piazza San Francesco fra l’antica chiesa “dantesca”
e il lato porticato del Palazzo della Provincia con l’ingresso ai giardini pensili e alla Cripta Rasponi, l’ufficio di informazioni turistiche  e il Caffè

La piazza e la direttrice di via De Gasperi rappresentano uno dei segni urbani novecenteschi pensati per accrescere l’aspetto monumentale della città, già prezioso, per la vicinanza di piazza San Francesco e della zona del Silenzio affacciate su via Corrado Ricci. Una porzione quest’ultima, oggetto di numerose indagini e riflessioni raccolte in una poderosa bibliografia costantemente aggiornata grazie alla dedizione e l’impegno di studiosi e ricercatori. Impossibile se non per sommi capi elencare le tante emergenze storiche e monumentali presenti. Nella memoria dei vecchi ravennati c’era il ricordo di un percorso lungo e tortuoso, fatto di vie strette e scure che portava in piazza del Popolo, dal borgo San Rocco, lungo via Mazzini, via Corrado Ricci, fino a via Cairoli. Piazza Caduti, luminosa e funzionale andò a sostituire alcuni isolati  fra i quali spiccava casa Ghirardini di età veneziana, demolita per far posto alla piazza. Sarà infatti il Fascismo a pretendere una nuova immagine urbana, a immaginare uno nuovo sistema di piazze, a tracciare un tessuto edilizio a vanto e gloria della nuova ideologia dominante. La risistemazione della zona del Silenzio compiuta nel 1936 sotto la vigilanza stretta di Corrado Ricci, la costruzione della biblioteca Oriani al posto di Casa Rizzetti, e del palazzo della Provincia nel 1928 ad opera di Giulio Ulisse Arata, sulle ceneri di palazzo Rasponi, sede della federazione delle cooperative, assaltato dalle squadre fasciste nel 1922, avvengono non senza difficoltà, ripensamenti, cambi di direzione. Anche la realizzazione di piazza Caduti della Libertà, rientra pienamente nella programmazione su citata.

Stessa inquadratura,  circa 80 anni dopo, mostrano  una delle pricipali quinte architettoniche in affaccio su Piazza dei Caduti della Libertà. Nella seconda metà degli anni ‘30 del secolo scorso era denominata Piazza del Littorio.
All’angolo su via Guidone sorgeva la Casa del Fascio con una torre, distrutta dai tedeschi in ritirata nel 1944.  
Negli anni è sopravvisuto tale e quale l’edificio a sagoma curvilinea  e l’intero isolato dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni.

Allora la nuova piazza, battezzata del Littorio, ospita la Casa del Fascio della federazione ravennate, disegnata nel 1936 dall’architetto Emanuele Mongiovì. Il fabbricato d’angolo, oggi sviluppato lungo via Guidone era completato da un’alta torretta sulla quale un altorilievo rappresentava una figura maschile impegnata nel saluto romano. Nel 1944 i tedeschi, in rapida ritirata, fecero saltare la torretta. Facevano da quinte anche il palazzo dell’istituto nazionale delle assicurazioni e il palazzo delle corporazioni sul lato fra via Mazzini e via Baccarini, oggi sede degli uffici regionali. La guerra e i bombardamenti chiuderanno per sempre la stagione monumentale e negli anni Cinquanta la demolizione parziale del fabbricato dell’Accademia in via Baccarini aprirà il cantiere della scuola media denominata “Guido Novello”, inaugurata nel 1959 con l’apertura di via De Gasperi, che nei progetti delineati nel Ventennio doveva assumere il nome di via dell’Impero. A parte le ville presenti nella parte terminale del corso alberato, tutti gli edifici fino a piazza D’Annunzio e oltre, vengono realizzati a partire dagli anni Sessanta, in attesa di vedere, ma solo negli anni Ottanta, l’apertura di viale Randi con un innesto parzialmente negato, proprio nel punto, dove si ricorda una delle più efferate stragi compiute in città dai nazifascisti.

Oggi la piazza ospita enti, con il prestigioso palazzo della Provincia, l’agenzia del territorio, gli uffici regionali, l’Istituto comprensivo Novello, un istituto bancario, residenze, la redazione del quotidiano Corriere Romagna, caffè e alcuni negozi. Compresenze che la rendono viva, piena di movimento, lasciando a via De Gasperi il compito di sostenere il traffico veicolare in uscita dal centro. Gli uffici dell’Ausl, la vicina piazza Arcivescovado, sede della curia ravennate, il complesso di Santa Teresa, altri istituti di credito, l’Inps su via Guerrini fino all’ex palazzo di Ferruzzi sono gli elementi di pregio di quello che potremmo definire un polo direzionale dentro le mura. Dopo piazza D’Annunzio, via De Gasperi, lascia il posto a via Nullo Baldini,  che presenta una serie di villini discreti, immersi nel verde a pochi passi da porta Gaza. Un vero e proprio corso che a differenza di quelli di recente realizzazione conserva fronti urbani omogenei, senza variazioni infinite in termini di tipologie edilizie. Nel futuro dell’area c’è la previsione del nuovo piano del traffico che vuole allargata fino a qui la zona a traffico limitato, quella famosa zona gialla,  che scatta solo negli orari di punta.

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La scuola Guido Novello e la torre-arco che introduce da Piazza Caduti a via Baccarini.

Oltre al polo direzionale attorno a sé piazza Caduti raccoglie anche un importante polo culturale, con le due maggiori biblioteche della città, la Classense in via Baccarini e Casa Oriani in via Corrado Ricci, con una sala studio in via Da Polenta. Nella via che conduce alla tomba di Dante, si affacciano il complesso dei chiostri Francescani che ospita il museo Dantesco,  il centro dantesco dei frati minori conventuali, e per finire dirigendosi verso piazza Garibaldi trova posto la sede di Ravenna Festival. A questo si aggiunge il complesso di San Nicolò in via Rondinelli che ospita il museo del mosaico Tamo e in piazza San Francesco la Cripta Rasponi con i giardini pensili della Provincia. E proprio in piazza San Francesco con l’omonima basilica, dal mondo conosciuta come la chiesa di Dante Alighieri, si affacciano le maggiori novità, spazio urbano quanto mai delicato, in bilico fra la rarefazione dei segni architettonici e il degrado. Il palazzo della Provincia lungo il colonnato della piazza conserva la Cripta dell’antico palazzo Rasponi databile al XVII secolo, usato come dimora patrizia fino al 1886, anno in cui fu trasformato in albergo per poi, come si diceva, divenne la sede della Federazione delle cooperative. La  piccola cappella gentilizia, chiusa solo nei mesi invernali, non ha mai accolto i defunti della famiglia Rasponi, e oggi si presenta suddivisa in tre ambienti con una torretta neogotica (fine XIX secolo) un pavimento a mosaico, proveniente dalla chiesa di San Severo (Classe) e databile al VI secolo, e un giardino con una parte pensile affacciata sulla piazza.
A pochi passi su via Corrado Ricci non si può dimenticare la Cà de vèn, storica enoteca, ospitata nel quattrocentesco palazzo Rasponi, già osteria della Corona fra Sette o Ottocento, poi drogheria Bellenghi fino al 1975. Da quella data l’enoteca dei vini della Romagna è un punto di riferimento enogastronomico per cultori e turisti e un luogo identitario per i ravennati. Nel palazzo ai piani superiori dal 1860 si trova il circolo Ravennate e dei Forestieri.
Invariata nel tempo la molteplicità della offerta commerciale della via, varietà che raggiunge piazza San Francesco nella quale dopo quasi un secolo apre sotto i portici un caffè pasticceria. Una presenza che ridona vivacità, porta gente e stempera i noti problemi di ordine pubblico che sembrano endemici. Seguendo lo stesso spirito, i portici ospitano una volta a settimana, il martedì pomeriggio, un mercatino del biologico, dove agricoltori e i piccoli produttori vendono le proprie primizie in stretta collaborazione con gruppo ravennate di acquisto solidale (Gras). Una zona viva, dove la città corre veloce, ma che conquista i turisti con il patrimonio monumentale e beni e i piaceri della più autentica tradizione.

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