Il 22enne arrestato per aver sparato all’amico 20enne di fronte
al giudice: «Non gli ho puntato l’arma contro neanche per scherzo»
L’omicidio è quello, dai contorni incredibili, avvenuto nella serata di giovedì 13 agosto in un appartamento di Faenza. Appartamento di un ventenne bosniaco che aveva invitato alcuni amici per una serata di playstation e sballo, vista l’assenza dei genitori, momentaneamente fuori dall’Italia. Erano in cinque, tra cui il 22enne albanese Marin Gjeloshi – bracciante incensurato ma al momento irregolare in Italia, dove ha avuto anche un bambino –, il ragazzo che ha sparato e che si è costituito («ho fatto un gran casino e ho ucciso il mio amico») la mattina seguente, dopo essere inizialmente scappato. La ricostruzione dell’interrogatorio – nel corso del quale Gjeloshi ha anche detto di essere dispiaciuto per la famiglia della vittima e di essere consapevole di aver rovinato anche la propria vita – è sui quotidiani di questa mattina.
La ricostruzione del ragazzo non convince però pienamente gli inquirenti, in particolare i momenti precedenti all’omicidio. La pistola, per esempio, sarebbe stata acquistata, secondo l’accusato, il pomeriggio stesso in un parco di Faenza (insieme all’hashish) per soli 90 euro, con l’intento di rivenderla e guadagnarci qualcosa. Un prezzo anomalo, per gli inquirenti, e tempi fin troppo rapidi, essendo la pistola stata rubata il giorno prima a Imola.