Facebook: nella bufera una poliziotta per le frasi contro i parcheggiatori abusivi

La donna, richiamata dal questore: «Parlavo da cittadina aggredita,
ma non sono razzista. Stupita dalla solidarietà della gente»

Uno sfogo lungo e articolato come capita di leggere sul web: contro i cosiddetti parcheggiatori abusivi definendoli «schifosi, puzzoni, stronzi» associandoli peraltro ai «finti profughi». È comparso sul gruppo Facebook Ravenna Sicura nel pomeriggio di martedì 9 agosto. Uno status come forse se ne possono leggere tanti. Ma a fare la differenza, in questo caso è la firma: quella di un’agente di polizia con tanto di nome e cognome. Uno status presto rimosso dallo stesso Facebook, come spiega l’amministratore del gruppo rispondendo agli iscritti che questa mattina chiedevano spiegazioni sulla sparizione del post.

Ma può un agente di polizia lasciarsi andare a dichiarazioni senza subire conseguenze? Del resto, lei stessa era consapevole del rischio quando scriveva, tra le altre cose: «Sapete che vi dico? Io probabilmente verrò richiamata perché un poliziotto non può mai permettersi di dire che ne ha le palle piene di sti cialtroni», prima di aggiungere, attaccando frontalmente anche l’Amministrazione comunale: «Le tasse le pago anche io cazzo! Anche io ho delle figlie adolescenti che ho paura a mandare in giro da sole anche a causa di questi puzzoni mantenuti a cui tutto è permesso dalla nostra amministrazione comunale».

E la probabilità di essere richiamata si è fatta certezza mercoledì 10 agosto, la mattina seguente la pubblicazione del post su Fb. La convocazione del questore Rosario Eugenio Russo infatti non si è fatta attendere. E verosimilmente non si faranno attendere nemmeno i provvedimenti disciplinari, per quanto da via Berlinguer non siano trapelate notizie. Ma parole come queste sul web da chi porta una divisa che deve garantire imparzialità non passano inosservate. «Continuate pure a dargli il soldino e a comprare i loro fazzoletti – si leggeva ancora -, alimentatelo pure il loro racket e il loro ego. E per chi vuole fare polemica spicciola se la risparmi: sono diventata Razzista, non per il colore della pelle ma per la “razza” di esseri stronzi e maleducati che sono quel determinato gruppo lì, uniti ai loro cugini dei carrelli e ai finti profughi con gli Iphone in piazza San Francesco o che bighellonano per il centro da mattino a sera. Andasiv a lavureeee’».

Parole durissime che se non tirano in ballo esplicitamente l’appartenenza etnica, puntano comunque il dito contro una categoria ben precisa di persone e quindi leggibili come “razziste”. Parole che, ci spiega quando contattiamo l’agente al telefono, nascevano come sfogo in seguito a un episodio che lei definisce di vera e propria aggressione in piazza Baracca. «Ero stata lì al mattino per un altro intervento con un collega e ci sono tornata nel pomeriggio, senza divisa, per una commissione personale. Sono stata riconosciuta e letteralmente circondata. Ho avuto paura, come donna. Ho chiamato i colleghi ma quando sono arrivati, come sempre, se l’erano tutti data a gambe, naturalmente. E comunque quando sono tornata me ne sono ritrovata uno davanti che addirittura mi batteva i pugni sul vetro dell’auto».

La vicenda ha suscitato naturalmente grande clamore innanzitutto tra i componenti del gruppo Facebook (quasi 7mila iscritti) che in gran numero solidarizzano con l’agente e le esprimono solidarietà a fronte di quello che potrà accaderle dal punto di vista disciplinare. «Ho diciotto anni di servizio e non ho mai avuto problemi con nessuno – ci racconta ancora quando la contattiamo direttamente – sono una persona tranquilla e chi mi conosce sa bene che non sono affatto razzista, come del resto spiegavo nello status stesso. Forse mi sono espressa male, a parlare non era la poliziotta, ma la donna che era appena stata aggredita. Questa città non è più sicura, io temo di lasciare andare in giro le mie figlie».

Si aspettava le reazioni? «Mi hanno stupito i tantissimi messaggi di solidarietà da parte dei cittadini che hanno capito il senso del mio status che riguarda l’insicurezza e il degrado della città. Spero sia un incipit per sollevare un problema reale». Eppure lei stessa nello status immaginava ripercussioni. A rileggere il giorno dopo le parole, non crede di aver esagerato? «Come agente ho sempre agito con la massima imparzialità, tutelando tutti e naturalmente continuerò a farlo. Quello ero uno sfogo da cittadina. Ma pare che a noi poliziotti non sia permesso esprimere opinioni in pubblico. Queste cose si possono solo pensare e non dire. Spero di aver modo di spiegare le mie ragioni ai miei capi e che ciò che ho scritto non sia travisato. Forse, ripensandoci oggi, avrei soprattutto dovuto insistitere di più sul fatto che davvero io, anche per la mia storia personale, non ho nulla a che fare con il razzismo».

Intanto sul web il tema sta aprendo un dibattito, con tanti a favore dell’agente, ma anche voci critiche. Tra queste quella della consigliera comunale di Cambierà Samantha Tardi sulla propria bacheca, pur dicendo di poter condividere parte dei contenuti dello status dell’agente e ritenendo necessari provvedimenti in materia, commenta infatti: «Io una così, per dichiarazioni simili, la sospenderei per qualche giorno. Avrebbe modo di riflettere un po’ di più sul suo mancato autocontrollo che invece sarebbe assolutamente richiesto soprattutto in funzione al suo lavoro».

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