Il suo amore non era corrisposto e si era vendicato bruciano l’auto di una coppia di amici di lei. Dal carcere continuava a mandare lettere minatorie, per questo è tornato dentro cinque mesi dopo l’uscita
Dopo l’arresto eseguito dai carabinieri di Faenza, avvenuto in flagranza mentre stava recapitando delle lettere minatorie alla vittima, era rimasto in carcere fino a gennaio. Scarcerato e sottoposto all’obbligo di firma e al divieto di avvicinamento a tutte le persone coinvolte nella vicenda. La donna nel frattempo aveva ritirato la denuncia ma la serie di reati erano procedibili d’ufficio, visto la loro gravità, e il pm Antonio Bartolozzi aveva presentato ricorso contro la decisione del tribunale di Ravenna.
Il magistrato riteneva infatti l’uomo ancora pericoloso. Dal carcere infatti aveva inviato lettere, acquisite dai carabinieri, ai parenti dalle quali trapelava il suo rancore nei confronti della donna perché si era rivolta ai carabinieri. Il riesame a Bologna ha dato ragione alla procura: secondo i giudizi lo stalker non aveva maturato alcun distacco o pentimento per ciò che aveva fatto, anzi il parmanere del suo coinvogineto nei confronto della donna – hanno scritto i giudici – poteva essere pericoloso per qualsiasi persona lei frequentasse. Decisione impugnata dalla difesa ma respinta dalla Corte di Cassazione. A quel punto il 53enne è stato portato nuovamente in carcere