Nei mesi scorsi fino a 30 gradi nelle camere ardenti, necessaria la refrigerazione delle salme. Caso sollevato da Ancisi (Lpr)
A rendere noto queste circostanze è Alvaro Ancisi, consigliere comunale di Lista per Ravenna e decano dell’opposizione, che il 27 luglio scorso ha presentato al sindaco un’interrogazione con cui segnalava che «la temperatura nelle stanze era intorno ai 30 gradi quando la legge ne ammette un massimo di 18». Per questo le porte venivano tenute aperte rendendo obbligatoria la refrigerazione delle salme «che per singolo giorno di calendario o frazione di esso costa 55 euro per ogni defunto».
L’inconveniente dei ritardi nella sostituzione delle macchine sarebbe dovuto al rimpallo di responsabilità tra l’Ausl, proprietaria della camera mortuaria, e il Comune di Ravenna, che l’ha ricevuta in uso affidandola poi alla propria società Azimut che ha in gestione i servizi mortuari: «Il 31 agosto scorso l’Ausl ha risposto al sindaco con una nota firmata dal direttore generale Marcello Tonini: “L’eccezionalità climatica dell’attuale stagione estiva ha evidenziato tutti i limiti dell’attuale impianto di climatizzazione dell’obitorio, con la conseguente necessità, inderogabile, di provvedere ad una sua sostituzione, in tempi utili per affrontare in sicurezza la prossima estate”. Scusandoci con la cittadinanza per i disagi patiti, si assicura il massimo impegno di questa direzione per una soluzione efficace e definitiva delle problematiche evidenziate”».