Decine di casi sospetti dal 2014 a oggi: il nome dell’operatore compare nei registri di alcuni compro oro della città
Dopo la cremazione dei cadaveri raccoglieva eventuali pezzi d’oro tra le ceneri (quasi sempre denti ma anche anelli) e li rivendeva ai compro oro. È l’accusa mossa dalla procura di Ravenna contro un 50enne becchino dipendente di Azimut in servizio al forno crematorio di Faenza: l’uomo è stato arrestato ieri, 5 marzo, e dovrà rispondere di peculato in quanto incarito di pubblico servizio e sottrazione di parti di cadavere. Sono stati denunciati e sequestrati anche i due negozi compro oro che hanno acquistato il materiale portato dal necroforo. La normativa prevede che dopo la cremazione dei defunti le ceneri vengano posizionate nelle urne cinerarie mentre i resti debbano essere considerati rifiuti speciali da smaltire secondo una precisa disposizione.
Secondo gli inquirenti la condotta illecita andrebbe avanti almeno dal 2014 e sarebbero decine i casi sospetti: nei registri dei banchi oro della città manfreda il nome dell’uomo compare con frequenza. Di solito si presentava con pezzi da circa 10-15 grammi ognuno – in genere parzialmente anneriti dopo essere stati sottoposti ai 1.200 gradi della temperatura per la cremazione – che fruttavano qualche centinaia di euro ogni volta o in alcuni casi anche solo qualche decina.
L’indagine coordinata dal sostituto procuratore Angela Scorza è stata condotta dai carabinieri della compagnia di Faenza a partire da una segnalazione. Il primo riscontro è arrivato proprio dai negozi compro oro che mostravano le frequenti transazioni. È cominciato quindi un periodo di osservazioni e pedinamenti, sul lavoro e fuori. Nella giornata di ieri l’indagine è arrivata alla svolta: è scattata la perquisizione e il ritrovamento di una decina di denti nel suo armadietto nello spogliatorio al lavoro ha fatto scattare l’arresto in flagranza. L’ispezione dei militari si è spostata poi nell’abitazione dell’uomo, che vive alla periferia di Faenza con la moglie, dove è stata trovata una vasta quantità di oggetti cimiteriali di varia natura: «Sarà necessario un minuzioso lavoro di verifica, per questo l’intera abitazione è sotto sequestro», ha spiegato il capitano Cristiano Marella, comandante della compagnia manfreda.
Come detto, il 50enne lavorava per Azimut, società a controllo pubblico (il 60 percento è di Ravenna Holding) che si occupa di servizi cimiteriali ma anche di gestione del verde e parcheggi. Il procuratore capo Alessandro Mancini ha sottolineato che verranno compiuti «accertamenti capillari» sui dirigenti responsabili dell’arrestato per accertare se «sono stati fatti tutti i controlli necessari visto che parliamo di un comportamento che andava avanti da anni».