Il giudice aveva imposto nessun contatto al di fuori dei familiari e invece il 29enne che stava scondando una condanna a sei anni per detenzione di 11 kg di marijuana riceveva visite e teneva contatti telefonici con un pregiudicato
Nel corso dei consueti controlli che i carabinieri hanno effettuato nei confronti del 29enne, è emerso che la sua abitazione era frequentata da personaggi con precedenti per stupefacenti. In un caso uno degli ospitiaveva tentato di nascondersi in bagno mentre in altre due occasioni, i militari lo avevano trovato in compagnia di una donna che aveva anche protestato quando i carabinieri avevano ricordato all’arrestato domiciliare che non poteva ricevere visite, salvo quelle dei parenti. Un’altra volta, mentre i militari arrivavano, lo avevano pizzicato affacciato alla finestra che conversava con un conoscente.
Il gip ha concordato con il pubblico ministero osservando che il 29enne ha dimostrato con le sue violazioni di essere «privo di capacità di autocontrollo», presupposto imprescindibile per poter beneficiare della misura domiciliare, così ha ordinato ai carabinieri di riaccompagnarlo in carcere a Ravenna.