Le indagini smentiscono il tentativo di adescamento di un ragazzino davanti a scuola

La denuncia presentata da una donna sulla base del racconto del figlio ha messo in moto polizia e carabinieri: gli accertamenti mettono fine al panico sollevato da allarmi via Facebook e Whatsapp

SCUOLA: SOLO 8% BAMBINI TORNA A CASA DA SOLO, GERMANIA 76%Una incomprensione tra un ragazzino e un uomo che gli ha chiesto se avesse bisogno di aiuto perché si stava guardando attorno davanti a scuola all’uscita dalle lezioni. È questa la versione dei fatti che secondo le forze dell’ordine descrive in maniera attendibile quanto accaduto ieri, 29 novembre, a Lugo. Smentita l’ipotesi di un tentativo di adescamento: gli accertamenti compiuti da polizia e carabinieri in sinergia, scattati dopo la denuncia presentata in caserma dalla madre solo sulla base delle parole del figlio, hanno messo la parola fine al rincorrersi di allarmi rimbalzati nelle ultime 24 ore sui social, soprattutto tra bacheche di gruppi Facebook e chat di Whatsapp.

Dalla metà del pomeriggio di ieri è stato tutto un inseguirsi di voci nelle piazze online. Un solo dato certo: la denuncia fatta da una madre ai carabinieri per segnalare che il figlio le aveva raccontato di essere stato avvicinato da un uomo che si era presentato come inviato dalla donna e gli aveva offerto un passaggio in auto per accompagnarlo a casa. La donna ha poi voluto mettere in guardia i genitori dei compagni di classe che a loro volta hanno voluto fare altrettanto propagando messaggi da una chat all’altra. Nel passaparola continuo la segnalazione è andata arricchendosi di dettagli privi di alcuna fondatezza. Alcuni avevano addirittura parlato di un accenno di inseguimento da parte dell’adulto.

Tutto inventato dal giovanissimo o solo un grande equivoco causato in buona fede da un minore spaventato? Su questo gli inquirenti non hanno approfondito: una volta appurato che non c’era stato il tentativo di adescamento, né tantomeno di rapimento, hanno archiviato la vicenda con l’augurio che possa servire da insegnamento per le prossime volte.

Un anno fa a Ravenna accadde una situazione simile: panico tra i genitori seminato via chat per quello che si temeva fosse un tentativo di adescamento. Gli accertamenti dell’Arma in quel caso stabilirono che si era trattato di una incomprensione tra genitori separati.

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