«In città avremo sempre meno pini, ma il saldo degli alberi deve essere positivo»

Legambiente chiede ai Comuni più trasparenza e di rendere noti in anticipo i piani di abbattimento. Il dato: Ravenna tra le 17 città italiane con almeno un albero ogni quattro abitanti

Ravenna è tra le 17 città italiane che hanno almeno un albero ogni quattro abitanti. Lo dice l’ultima edizione di Ecosistema Urbano, il rapporto annuale sulle performance ambientali delle città stilato da Legambiente in collaborazione con Il Sole 24 Ore. In altre parole le pagelle al verde pubblico che sopravvive tra l’asfalto. Nel dettaglio a Ravenna si contano 27 alberi ogni cento abitanti, al comando della classifica c’è Modena dove addirittura ci sono più alberi che residenti (108 ogni 100).

Lorenzo Mancini, esponente della sede regionale dell’associazione ambientalista, parte da questi numeri per una riflessione sulla situazione ravennate: «Se restiamo in Emilia-Romagna e guardiamo agli esempi di Modena ma anche di Rimini, con i suoi 33 alberi ogni cento abitanti, si vede che si può fare di meglio. Sarebbe interessante che i Comuni rendessero pubblici con anticipo i piani di abbattimento e ripiantumazione sia per vedere il saldo che per facilitare il dialogo e magari valutare nel modo migliore dove realizzare gli interventi di compensazione nei casi di abbattimenti inevitabili. Sarebbe fondamentale avere un saldo positivo tra alberi tolti e alberi piantati».

Al momento le norme dispongono la necessità di ripiantumare ma non c’è un saldo minimo da garantire e nemmeno è obbligatorio dove: «In alcuni casi però sarebbe opportuno non perdere la presenza del verde in alcuni punti». È il caso recente dei pini in via Maggiore: «Una perizia del Comune ha valutato che alcune piante erano pericolanti e sono state abbattute. Magari si poteva aspettare fine luglio per la nidificazione. Come Legambiente abbiamo chiesto che si intervenga mettendo a dimora altre piante di altre essenze che danneggino meno l’asfalto». Le radici superficiali del pino domestico, albero nel dna ravennate, sono infatti spesso causa di spaccature e buche nelle strade. Un po’ alla volta li vedremo sparire e sostituiti? «Il pino è molto identitario per Ravenna, c’è anche una questione affettiva. Ma non ha caratteristiche adatte per convivere con il contesto urbano. Può darsi che nel tempo se ne vedranno meno in certi punti, l’importante è che siano altre essenze ad assolvere la funzione di verde urbano».

A volte può succedere che questa funzione la assolva un’area non proprio pensata per questo scopo. È quanto accaduto in via Nizza: un lotto di verde senza attrezzature per la fruizione è diventato una risorsa per i cittadini del quartiere Nullo Baldini. Oltre duemila le firme raccolte dalla petizione che chiede di non ridurre quello spazio per costruire una scuola nuova: «Legambiente invita sempre a privilegiare il riutilizzo prima di costruire del nuovo e la legge regionale va nella stessa direzione del consumo suolo zero. Per questo è meglio valutare prima se riqualificare l’ex scuola infermieri in via Palestro, pensando anche una viabilità che non necessariamente debba consentire di arrivare con l’auto sul cancello…».

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