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    Categoria: cronaca

I carabinieri diventano attori in uno spot a favore delle denunce: «Abbiate fiducia»

Un video girato tra via Vicoli e il comando provinciale verrà utilizzato dall’Arma su tutto il territorio nazionale per sostenere l’importanza di rivolgersi alle istituzioni. A Ravenna una stanza apposita con una donna in divisa per raccogliere le segnalazioni

Tra gli strumenti che i carabinieri potranno utilizzare nella lotta alla violenza di genere, in particolare nella campagna di sensibilizzazione a sostegno dell’importanza delle denunce, ci sarà anche uno spot realizzato a Ravenna. Il video di 30 secondi è stato girato nel parco di via Vicoli e nella caserma del comando provinciale con l’autorizzazione del comando generale dell’Arma e sarà quindi a disposizione di tutte le stazioni che vogliano utilizzarlo nelle iniziative rivolte alla cittadinanza.

Lo spot, intitolato “Fidati” perché si concentra proprio sull’aspetto della difficoltà delle vittime a rivolgersi alle autorità, è nato da un’idea della società Publimedia che già in passato aveva realizzato qualcosa di simile sul tema delle truffe agli anziani. La regia è di Gerardo Lamattina. Iniziativa svolta a titolo gratuito da tutti i soggetti coinvolti. Gli attori non sono professionisti ma si sono impegnati in prima persona anche alcuni militari.

«Il tema è di grande attualità – ha commentato il colonnello Roberto De Cinti, comandante provinciale – e vale la pena cercare sempre nuovi metodi per comunicare con le persone, per cercare di spiegare che l’unica via d’uscita è fidarsi delle istituzioni e denunciare. Non solo ai carabinieri, a tutte le istituzioni capaci di ascoltare l’allarme di una donna in difficoltà».

Denunce che vanno raccolte con la doverosa delicatezza. A Ravenna, ad esempio, è stata realizzata una sala, chiamata “sala rosa”, allestita in modo che assomigli più possibile a un ambiente comune e meno all’ufficio di una caserma. E a raccogliere quelle denunce solitamente è donna appartenente all’Arma, per facilitare la vittima.

Il video, in sintesi, mostra un bambino che consegna a un carabiniere un disegno in cui ha raffigurato la madre che chiede aiuto di fronte al padre che la picchia. «Non è una scelta fatta a caso – spiega il regista –. La cosiddetta “violenza assistita” è un fenomeno non affatto secondario in queste vicende. I minori sono spesso vittime in questo senso e devono essere anche loro i primi a fidarsi, come avviene in questo caso con un bambino che incontra un carabiniere in un parco».