Stop totale a tutti i negozi, restano solo generi alimentari, trasporti e fabbriche

Nella serata dell’11 marzo un nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri impone un’ulteriore giro di vite per contrastare il contagio del nuovo coronavirus

Serrande Abbassate

L’Italia chiude (quasi) del tutto. Nella serata dell’11 marzo nuova stretta del Governo Conte, per l’emergenza coronavirus, che trasforma il Belpaese in una completa Zona Rossa. La novità principale rispetto alle già pesanti misure prese appena due giorni prima, poi rese più stringenti in Emilia-Romagna dal presidente Stefano Bonaccini, la chiusura di tutte le attività che non siano di pubblica utilità. Restano operativi solo i servizi essenziali. Sarà così per almeno un paio di settimane, il tempo necessario per poter vedere i primi risultati. Il provvedimento è in vigore dal 12 marzo.

Tra i negozi restano aperte solo farmacie, parafarmacie, negozi di alimentari (il premier ha raccomandato di evitare corse all’accaparramento di beni che saranno comunque disponibili). Chiuse le attività artigianali non essenziali, come parrucchiere ed estetiste, le mense. Chiudono del tutto bar e ristoranti che potranno però fare il servizio di consegna a domicilio (per dovere di cronaca va detto che le attività della ristorazione stavano già chiudendo in autonomia nonostante al momento il divieto fosse solo dalle 18 alle 6).

Vani quindi i tentativi di mantenere una parvenza di normalità. Basti pensare che in meno di quattro giorni le regole di apertura per gli esercizi pubblici sono cambiate quattro volte, sempre più limitanti. Fino ad arrivare alla chiusura totale.

Restano invece attivi i servizi bancari, postali, assicurativi e rimarranno attive le produzioni agricole e industriali, solo nelle parti essenziali e solo se in grado di garantire le norme di sicurezza per i lavoratori. Sono per tutti incentivate ferie anticipate, permessi non goduti e la chiusura dei reparti non essenziali. Sono garantiti i trasporti pubblici e i servizi di pubblica utilità.

Sono stati i numeri di contagi e vittime da Covid-19 in costante e preoccupante crescita a far decidere a Conte le drastiche misure nel giorno in cui l’Oms decreta che si tratta di una pandemia globale. «Tutto il mondo ci guarda – ha detto Conte in diretta da Palazzo Chigi – vedono un Paese in difficoltà, ma ci apprezzano per la prova di grande rigore e resistenza. Domani ci guarderanno ancora ci prenderanno come esempio di un paese che è riuscito a vincere la sua battaglia. Siamo stati colpiti per primi e stiamo reagendo con maggior forza e stiamo diventano un modello».

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