Il reparto dispone di undici posti e il dottor Francesco Lanza conferma la vicenda di un malato che ha dovuto attendere alcuni giorni per iniziare una chemioterapia: «Siamo un centro di eccellenza e le richieste sono aumentate»
«L’offerta di posti letto non è commisurata alla quantità delle richieste – ammette Lanza –. Nel caso del paziente in questione ho chiesto di poterlo far ricoverare in Oncologia, come è poi avvenuto. I cicli di chemioterapia vanno fatti rispettando gli intervalli di tempo prestabiliti (21 giorni nel caso del paziente in questione, che sono diventati però 26, ndr), per avere un maggiore effetto. Purtroppo in molti casi non riusciamo a rispettare i tempi».
«Siamo diventati un centro appetibile – continua –, dove si sviluppano terapie innovative e questo ha comportato un’aumentata richiesta, in particolare per alcune patologie acute (il reparto cura pazienti ad alta complessità assistenziale, affetti in particolare da leucemie e linfomi, ndr). Abbiamo liste d’attesa lunghe e poi ci sono tutte le patologie emergenti che non possiamo ignorare e che spesso riusciamo ad affrontare solo grazie agli ottimi rapporti con il reparto di Rianimazione, dove ci sono stanze “sterili” che possono essere utilizzate per chemioterapie in emergenza».
Il Covid ci ha poi messo del suo. «La pandemia ha accentuato tutte le problematiche che già c’erano. Il trasferimento dei pazienti è più complicato, dobbiamo seguire controlli rigorosissimi anche perché nelle nostre stanze l’aria è sterile e il virus si diffonde più velocemente. Ed è fondamentale non fare errori perché è stato stimato come in un paziente immunodepresso come lo sono i nostri la mortalità in caso di contagio aumenti del 25-30 percento».
Ma di quanti letti in più ci sarebbe bisogno – chiediamo al primario – per riuscire a rispondere con più prontezza alle richieste? «Siamo sotto come minimo di 4-5 posti letto. Ma l’amministrazione attuale, composta da persone molto capaci, è al corrente del problema, credo che lo stiano anzi prendendo a cuore e mi è stato riferito che in tempi brevi troveranno una soluzione». L’investimento sarebbe di alcune centinaia di migliaia di euro per pochi posti letto. «Ma ci sono già associazioni e fondazioni che hanno raccolto finanziamenti necessari», conclude il primario.