Omicidio Fabbri, due ergastoli: il sicario farà appello. Il video della sentenza

Udienza 12 / Barbieri chiedeva 21 anni per la confessione piena. Sos Donna e Udi sono le associazioni contro la violenza di genere che hanno partecipato al processo contro Claudio Nanni e Pierluigi Barbieri. L’avvocato dell’ex marito lascia l’aula senza commentare

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Marco Gramiacci

La difesa del sicario farà ricorso in appello contro l’ergastolo. L’avvocato Marco Gramiacci aveva chiesto 21 anni per Pierluigi Barbieri, il 53enne reo confesso per l’omicidio di Ilenia Fabbri a Faenza il 6 febbraio 2021. Subito dopo la lettura del dispositivo, alle 15 di oggi 28 febbraio dopo una camera di consiglio durata tre ore, il legale preannuncia l’intenzione di appellarsi: «Non siamo d’accordo con l’uguaglianza delle pene fra i due imputati. Aspetteremo di leggere le motivazioni e procederemo». Anche nell’arringa difensiva, pronunciata in mattinata all’apertura della dodicesima udienza in corte d’assise, Gramiacci aveva ribadito la necessità di pene diverse che tengano conto del diverso comportamento tenuto da Barbieri e da Claudio Nanni, ex marito della vittima e mandante dell’omicidio. Barbieri ha confessato subito e si è attribuito il reato più grave possibile e forse senza quella confessione, sostiene Gramiacci, le indagini sarebbero state più complesse. In effetti non è mai stato smentito che nella casa del delitto non è stata trovata una sola traccia di dna riconducibile al killer.

2L’avvocato Francesco Furnari invece ha lasciato l’aula rapidamente appena conclusa la lettura della sentenza, senza rilasciare commenti alla stampa. I primi venti minuti della sua ora di arringa l’aveva spesa per attaccare proprio i media, colpevoli di aver dipinto un imputato già colpevole prima del tempo.

L’accusa porta a casa la pena richiesta con una sentenza di primo grado a tredici mesi dall’omicidio. I pm Daniele Barberini e Angela Scorza non usano la parola soddisfatti di fronte al fine pena mai, ma sottolineano che la decisione dei giudici sia un riscontro al lavoro degli investigatori: «In questo caso il diritto combacia con il criterio di giustizia», conclude Scorza.

13La figlia di Nanni e Fabbri, Arianna, è uscito da una porta laterale subito dopo la lettura della sentenza che ha seguito restando in piedi riuscendo a trattenere le emozioni. La ventenne era parte civile e ha chiesto un risarcimento di due milioni di euro, riconosciuto dalla corte. Ai giornalisti non ha voluto parlare, per lei lo ha fatto l’avvocata Veronica Valeriani in maniera telegrafica: «Nanni e Barbieri sono sullo stesso piano agli occhi di Arianna. Un uguale trattamento nella pene credo che sia la giusta cosa».

9Sos Donna è l’associazione contro la violenza di genere di Faenza a cui si rivolse Fabbri a ottobre 2017 dopo aver presentato la prima denuncia per un’aggressione domestica. L’avvocata Barbara Liverani ha preso parte in aula come parte civile: «Ilenia si è rivolta a noi molto prima dell’omicidio, ma aveva già consapevolezza di cosa stava subendo: aveva un suo legale, aveva presentato una denuncia e si stava separando. La sua era una posizione diversa rispetto ad altre donne che hanno bisogno di un percorso per uscire dalla violenza». Ma se la 46enne si è rivolta a un’associazione, aveva allertato gli amici e aveva fatto anche una denuncia, come si evitano i femminicidi? «Può essere solo un lavoro culturale a lunga scadenza. E forse il cento percento non potremo mai prevenirli».

IMG 6508L’avvocata Sonia Lama rappresentava l’Unione donne italiane (Udi): «Apprezziamo molto che Nanni sia stato dichiarato indegno a succedere a Ilenia, applicando una legge del 2018. Questo significa che l’eredità della donna non potrà andare a lui». Un po’ meno apprezzato invece la mancata quantificazione del danno riconosciuto alle tre associazioni femministe ammesse come parti civili: «I giudici hanno rimandato in separata sede ma avrebbero potuto determinare una somma. Di solito le sentenze più recenti fissano a diecimila euro perché si può decidere in via equitativa, non ci sono perizie da presentare». Lama ha le idee chiare su cosa sia mancato per salvare la vita a Fabbri: «È mancato qualcuno che le credesse tra tutti quelli con cui è arrivata in contatto, soprattutto le istituzioni. Si poteva fare di più se ci fosse stato più coraggio per limitare la libertà di Nanni».

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