Le precipitazioni cadute sui territori dell’Emilia-Romagna nelle ultime settimane hanno ricaricato la falda ipodermica solo in parte, non riuscendo a colmare il deficit nella riserva del medesimo periodo di riferimento (il mese di dicembre) rispetto alla media storica 1997-2019: è quanto emerge dall’ultima indagine targata Cer (Canale emiliano-romagnolo) e Anbi (Associazione Nazionale Bonifiche Italiane). In provincia di Ravenna il divario è del meno 35 percento.
Basandosi sulle rilevazioni di Acqua Campus, il laboratorio tecnico-scientifico del Cer a Budrio (Bologna), i ricercatori hanno osservato una sensibile risalita dei livelli più marcata nei settori occidentali della regione (in particolare nelle aree di pianura di Parma e Piacenza) e uno stato di carenza più evidente nelle zone di Modena, Reggio Emilia e soprattutto Ferrara; numeri che determinano dunque un quadro complessivo attuale nettamente deficitario con un divario che, da zona a zona, varia da -14 percento a -52 percento a causa dell’inerzia dei corpi idrici sotterranei che risentono ancora della marcata siccità degli ultimi periodi.