Udienza 3 / Il 40enne Stefano Molducci è uno dei due imputati per la morte del padre Danilo, medico 67enne morto nel 2021 a Campiano. La ricostruzione dei movimenti nell’ingente patrimonio finanziario. Dal giorno della morte prelevati oltre 400mila euro in contanti con operazioni giornaliere
Investimenti vari per un controvalore di circa due milioni di euro sono passati da un dossier titoli cointestato a padre e figlio a uno intestato solo al figlio in un paio di anni. In queste movimentazioni di denaro avvenute tra il 2012 e il 2014, che in seguito avrebbero portato il genitore a ingaggiare un investigatore privato per chiarire le azioni del figlio, starebbe l’origine del movente per l’omicidio di Danilo Molducci. Il 67enne medico di famiglia in pensione è morto nel 2021 nella sua abitazione a Campiano dove era allettato con diverse patologie. Imputati a processo il figlio 40enne Stefano – esperto di trading finanziario che fece gli spostamenti appena citati – e la badante 52enne Elena Vasi Susma, accusati del delitto in concorso: approfittando delle precarie condizioni di salute del dottore, lo avrebbero avvelenato con un sovradosaggio di farmaci di cui il medico abusava già da tempo, facendo ricorso anche a ricette falsificate per procurarseli.
Le movimentazioni patrimoniali sono state al centro dell’audizione del commercialista Maurizio Ragno che è stato interrogato oggi, 15 maggio, nella terza udienze in corte d’assise a Ravenna. Il consulente dell’accusa ha lavorato sulla documentazione già raccolta dalla guardia di finanza per fornire un quadro dell’ultimo decennio.
Lo scenario in questione è fatto da 14 conti correnti: sei intestati al figlio Stefano, quattro intestati al padre Danilo e altri quattro cointestati. A questi si aggiungono i dossier titoli in varie banche. I movimenti di denaro fra i vari conti sono stati numerosi e «non sempre chiari», ha detto Ragno. Ad esempio: «Capitava di vedere un bonifico dal conto A al conto B e pochi giorni dopo un bonifico di valore quasi corrispondente da B al conto C. I bonifici andavano dai conti del padre a quelli del figlio ma a volte anche viceversa. Nei conti correnti non risultano entrate da stipendi per lavoro dipendente del figlio».
Il patrimonio complessivo riconducibile a fine 2012 a padre e figlio, soprattutto in titoli di investimento, ammontava a circa 2,5 milioni di euro. Nei nove anni fino al decesso gli spostamenti sono stati solo in una direzione: «Sono calati i titoli riconducibili al defunto e sono aumentati quelli cointestati o quelli intestati solo al figlio».
C’è poi la fitta attività di prelievi in contanti che cominciano la vigilia del decesso (arrivato il 28 maggio 2021) e proseguita fino a luglio 2022. «Oltre 400mila euro prelevati da conti correnti solo del figlio o cointestati tra figlio e madre. Si tratta di operazioni unitarie da circa 250 euro per volta fatte in più sportelli e anche più volte al giorno. In media 900-950 euro al giorno».
Le domande fatte al teste dalle difese, avvocati Cristina Battaglia e Antonio Giacomini, hanno cercato di mettere in mostra come quei movimenti frequenti e ingenti non fossero altro che una normale attività di trading finanziario di cui Stefano Molducci sarebbe esperto e da cui trarrebbe le proprie entrate: il controvalore degli investimenti tra 2012 e 2021 è rimasto 2,5 milioni. Per le difese è la dimostrazione che quel capitale ha consentito a tutta la famiglia di vivere. L’accusa fa presente che nel frattempo ci sono state entrate tra cui anche la pensione del medico e il lavoro della madre dell’imputato.