Archiviazione annullata, la commemorazione del fascista Muti torna in tribunale

Davanti al giudice per le indagini preliminari si discuterà sull’eventuale rinvio a giudizio dei partecipanti alla cerimonia di agosto 2022 al cimitero di Ravenna

CERIMONIA ETTORE MUTI AL CIMITERO DI RAVENNA 2020In tribunale a Ravenna si torna a discutere della commemorazione del gerarca fascista Ettore Muti che annualmente da circa 15 anni richiama qualche decina di nostalgici all’iniziativa promossa dall’Anai (Associazione nazionale arditi d’Italia) al cimitero di Ravenna che dal 2017 non ospita più le spoglie del defunto nel 1943.

È stata infatti annullata l’archiviazione della querela presentata dalla Consulta provinciale antifascista contro i fatti dell’agosto 2022. Ieri, 20 luglio, il tribunale ha pronunciato la nullità del decreto di archiviazione e la restituzione degli atti al giudice per le indagini preliminari (gip). L’annullamento arriva perché, in sintesi, il gip che a dicembre 2022 dispose l’archiviazione non venne a conoscenza della legittima opposizione alla decisione presentata dalla Consulta perché l’atto finì per errore in un altro fascicolo. Ora verrà fissata un’udienza per la discussione nel merito.

«È una vittoria dell’antifascismo ravennate – affermano Carlo Boldrini e Andrea Maestri, presidente e vice della Consulta –. Ma la battaglia per il rispetto della Costituzione e delle leggi della Repubblica non è finita. Insisteremo per l’incriminazione dei neofascisti, anche alla luce della recente sentenza della Cassazione che sancisce come apologia del fascismo la chiamata del presente, con o senza contorno di saluti romani».

La cerimonia in ricordo di Muti prevede un breve corteo, la recita del “Padre nostro” e il momento centrale della cerimonia è quello che viene indicato come la cosiddetta “chiamata al presente”: una voce singola grida “Camerata Ettore Muti” per tre volte e altrettante volte il gruppo in coro risponde “Presente”. Muti, che è stato anche segretario del partito fascista per una breve parentesi, venne ucciso a 41 anni a Fregene nel 1943 in circostanze mai del tutto chiarite.

Va ricordato che lo scorso 20 marzo un differente gip aveva stabilito che la commemorazione di Muti non è reato, accogliendo la richiesta della procura e archiviando la denuncia della stessa Consulta provinciale per i fatti del 2020 e del 2021. L’esposto della Consulta contesta la violazione della legge Scelba che nel 1952 introdusse il reato di apologia del fascismo. Secondo la procura non è applicabile la legge 645/1952 se non vi è pericolo concreto di ricostituzione del partito fascista.

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