L’indagine della procura di Ravenna sui legami tra servizi segreti e Report (Rai3)

Un articolo del quotidiano Il Giornale ricostruisce l’interrogatorio del 2022 tra due magistrati romagnoli e una dirigente del Dis a proposito del celebre video sull’incontro tra Mancini e Renzi in autogrill nel 2020

162223252 81f48296 1821 42f2 908b 9186e7466552Il segreto di Stato ha frenato un’indagine della procura di Ravenna sull’incontro avvenuto il 23 dicembre 2020 in un autogrill nel Lazio tra il senatore Matteo Renzi e l’agente segreto ravennate Marco Mancini, all’epoca vicedirettore del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza che coordina i servizi segreti). Più in generale, l’indagine condotta dai magistrati Daniele Barberini e Antonio Bartolozzi, era concentrata anche sui rapporti tra i servizi segreti e la trasmissione televisiva Report di Rai3. È la sintesi di un articolo pubblicato oggi, 12 aprile, sul quotidiano Il Giornale.

L’articolo di Luca Fazzo fa riferimento al verbale di un interrogatorio del 2 maggio 2022 in questura a Roma. Nella stanza ci sono i due pm della procura di Ravenna, due avvocati e una testimone: Elisabetta Belloni, nominata un anno prima dal governo Draghi direttrice del Dis, il dipartimento che coordina i servizi segreti, e a oggi ancora in carica. Le domande dei magistrati erano attorno alla trasmissione del video su Report che di fatto ha portato al pensionamento forzato di Mancini.

A quasi tutte le domande dei magistrati e degli avvocati di Mancini, Paolo de Miranda e Luigi Pannella, Belloni ha eccepito il segreto di Stato, la formula che consente agli appartenenti ai servizi di non fornire informazioni sensibili per la sicurezza dello Stato. Tra queste domande c’è anche la conoscenza o meno di contatti anche occasionali tra appartenenti ai servizi e qualcuno riconducibile alla trasmissione Report.

I pm scrissero pochi giorni dopo al presidente del Consiglio, all’epoca era Mario Draghi, cui compete la facoltà di confermare o meno l’esistenza del segreto. L’articolo de Il Giornale riporta che il 16 giugno Draghi rispose togliendo il segreto su tre domande marginali e confermandolo su tutte e quindici le altre, rientranti nelle categorie considerate tutelabili al massimo livello dalla vigente normativa sul segreto di Stato: «Dal disvelamento di tali elementi deriverebbe una grave lesione dei preminenti interessi afferenti alla sicurezza dello Stato».

Di quell’incontro con Renzi ne ha parlato anche lo stesso Mancini in una recente intervista su Ravenna&Dintorni.

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