Nel tentativo di contrastare il dilagare della cosiddetta malamovida nelle località turistiche, nel corso dei mesi estivi la questura di Ravenna ha emesso oltre cento misure di prevenzione: in particolare divieti di ritorno (DLgsv 159/2011) e divieti di accesso (Dl 14/2017).
L’iniziativa fa parte della strategia adottata dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto, in base ai risultati dei servizi straordinari di controllo del territorio effettuati in provincia sin dall’approssimarsi della stagione estiva.
Di fronte a casi penalmente rilevanti come furti, scippi e risse o disturbo e degrado urbano, il questore Gianpaolo Patruno, in base alle istruttorie svolte dalla divisione Anticrimine guidata Claudio Cagnini, ha emesso provvedimenti nei confronti di persone, perlopiù giovani, risultati pericolosi e autori di reati contro il patrimonio o la persona.
Nel dettaglio sono stati adottati 54 divieti di ritorno, per periodi che variano da uno a quattro anni, in vari comuni della provincia (14 a Cervia, 13 a Ravenna, ma anche Faenza e i Comuni della Bassa Romagna) nei confronti di soggetti privi di legami leciti col territorio e qui ritenuti presenti al solo scopo di commettere illeciti; 36 cosiddetti Daspo Willy due Daspo per spaccio che prevedono il divieto di accesso da uno a tre anni ai locali e pubblici esercizi del territorio. Nei confronti di due persone, arrestate per gravi fatti, la misura è stata adottata in riferimento ai locali dell’intera provincia.
Particolare attenzione alla zona della stazione ferroviaria di Ravenna e agli adiacenti Giardini Speyer. Oltre a 14 divieti di accesso agli esercizi pubblici presenti nei confronti di persone responsabili di reati contro il patrimonio o contro la persona, anche 11 cosiddetti Daspo Urbano, ossia il divieto di accesso a determinate aree urbane e zone della città per un anno, nei confronti di coloro che hanno tenuto condotte che minano la sicurezza e il decoro urbano.