Polemica sullo spettacolo per le scuole «È gender, chiediamo l’esonero»

All’attaco Pdf e altre associazioni cattoliche e pro vita. L’assessore: «Felice che sia proposto, io andrò e spero che ci siano tante classi»

Nemmeno Ravenna sembra poter restare immune dalla polemica che avvolge ormai lo spettacolo per ragazzi Fa’afafine – Mi chiamo Alex e sono un dinosauro per la regia di Giuliano Scarpinato nonché progetto vincitore del Premio Scenario infanzia 2014. Bollato come “gender”, è la storia, si legge nella scheda di presentazione, di un protagonista che si sente maschio nei giorni dispari e femmina nei giorni pari, almeno fino a quando non si innamora. La giuria che l’ha premiato nelle motivazioni ha scritto: «La storia di un adolescente alla scoperta di sé e della sua identità sessuale ci introduce in uno spazio famigliare popolato di giochi e attraversato da conflitti e aperture oniriche. Un tema arduo, individuato con coraggio e accuratezza di indagine e portato in scena da attori dotati di ironia e leggerezza. Un’occasione importante per stimolare una discussione sulla differenza di genere in ambito educativo e formativo».

Questioni di punti di vista. «Lo spettacolo ha lo scopo di instillare nei bambini l’idea che esista un “sesso a giorni alterni” (gender fluid) e che si possa decidere se essere maschio o femmina, a seconda dell’umore del giorno; il solito tentativo di destabilizzare i più giovani che invece hanno bisogno di certezze e fondamenta solide», tuona infatti il Popolo della Famiglia in un comunicato stampa. In cui chiede a dirigenti scolastici, insegnanti e rappresentanti dei genitori «di adoperarsi per la raccolta esplicita delle adesioni, prima che la propria scuola decida di proporre agli allievi la rappresentazione» e chiede anche di «coinvolgere le associazioni dei genitori nella progettazione di percorsi didattici contro le discriminazioni».

Per la verità nelle scuole il tema è già emerso e ha causato qualche confronto complesso: «Ringraziamo i genitori e i dirigenti – scrive il Popolo della Famiglia – che si sono opposti al progetto proposto dal Comune di Ravenna ed hanno così affermato con forza che la lotta alle discriminazioni non si fa in questo modo, che i bambini necessitano di modelli positivi, che le scelte educative dei figli spettano alle famiglie».

Il Comitato Difendiamo i Nostri Figli di Ravenna intanto emana un altro comunicato stampa in cui si chiede addirittura al Ministero di valutare quella proposta teatrale arrivando a immaginare la possibilità che i figli siano esonerati e possano dedicarsi ad altre attività. Sotto accusa il fatto che lo spettacolo sia messo in scena infatti in orario scolastico. Stessi toni e temi che già si erano sentiti, per esempio, a proposito di alcune proposte di corsi di educazione sessuale nelle scuole medie.

Qui invece si parla di primarie, lo spettacolo è infatti adatto a un pubblico dai 10 anni ed è inserito nel cartellone che ogni anno viene predisposto da Drammatico Vegetale e sottoposto alle scuole. Sono poi le insegnanti a scegliere a quale spettacolo portare la propria classe. Il direttore artistico di Drammatico Vegetale è Piero Fenati, che abbiamo interpellato a proposito di questa scelta e che ci ha spiegato: «Il nostro compito è proporre una serie di spettacoli che possano affrontare argomenti diversi. E scegliamo argomenti e spettacoli che sono di interesse per noi rispetto al momento e anche a quello che si trova nel mercato nazionale. Da un paio di anni gira questo spettacolo che ha ricevuti premi, che noi abbiamo visto e abbiamo trovato interessante e attuale. Dunque per noi si tratta di una scelta consapevole come capita per tutti gli altri spettacoli. Cerchiamo di dare un senso alla proposta e trovare un equilibrio fra le varie scelte che offriamo al mondo della scuola. Si tratta di una delle rassegne tra le più antiche nelle nostre città e funziona bene e da tanto tempo». Vi aspettavate polemiche e reazioni come questo? «Sapevamo che poteva succedere perché è successo in altre città, anche se non dappertutto, ma nessuno obbliga la gente e i ragazzi a partecipare a venire vedere gli spettacoli, noi proponiamo la scuola e gli insegnanti decide cosa vedere. E ciascuno si deve assumere la propria responsabilità». Fenati si dice tranquillo, dicendo di non voler soffiare su un fuoco che ritiene “un fuoco di paglia”. Ci racconta che in generale, dopo un periodo di calo dovuto alla crisi in generale, da due anni la rassegna sta avendo buoni riscontri di pubblico che li rende molto soddisfatti. È vero tuttavia che questo spettacolo in particolare ha avuto «abbastanza successo, ma le proteste di alcuni genitori si sono anche riverberate sulla partecipazione. Mi dispiace per i ragazzi potevano godersi uno spettacolo bello e interessante e per motivi vari non possono fare questa esperienza. Il tema viene trattato in modo delicato ed equilibrato. In generale, credo che gli spettacoli bisogna prima di tutti vederli, parlarne senza averli visti è facile ma è facile poi dare giudizi non rispondenti al vero».

Uno spettacolo anche per i contenuti senza dubbio in sintonia con le politiche portate avanti dall’amministrazione comunale e la scelta artistica e contenutistica di Drammatico Vegetale è evidente dalle parole dell’assessore Ouidad Bakkali: «Sono contenta che la stagione Ragazzi a teatro abbia fatto questa scelta. Attraverso il teatro si può parlare ai più giovani di tante tematiche e lo spettacolo Fa’afafine parla del rapporto di un ragazzo con la sua affettività e gli stereotipi di genere che spesso portano anche ad episodi di bullismo e discriminazione. La cultura, il teatro non possono spaventare, devono altresí essere strumento e mezzo per creare spazi di conoscenza e accoglienza tra le persone, in particolare tra i bambini e ragazzi che iniziano a sperimentare i temi la diversità, nelle sue diverse accezioni, nella società nella quale stanno crescendo. Andrò a vedere lo spettacolo e spero nell’adesione di tante scuole».

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