Dopo mesi di restauro, la Deposizione del Jacopone torna alla pinacoteca di Faenza

La monumentale pala d’altare proveniente dalla Chiesa di San Rocco acquista nuova vita grazie agli interventi di recupero finanziati da un mecenate svizzero

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La grande pala con la Deposizione dalla Croce, proveniente dalla chiesa di San Rocco, è di nuovo in mostra all’interno della Pinacoteca Comunale faentina. L’opera di Jacopone da Faenza è tornata in esposizione dal 22 gennaio, dopo un complesso lavoro di restauro durato circa tre mesi.

Si tratta di una pala d’altare alta quasi 4 metri e larga oltre 2, realizzata nel periodo di piena maturità dell’artista quando, dopo gli studi all’Accademia di San Luca di Roma, si ritrasferisce nella natia Faenza, dove rimarrà fino alla morte continuando a produrre lavori di grande impegno, tra i quali la Deposizione per l’Oratorio di San Rocco (1552-1553), l’Incoronazione della Vergine, e nella parte inferiore la Disputa sull’ Incoronazione della Vergine e Santi Benedetto, gli evangelisti Giovanni e Matteo, San Giovanni Battista e san Celestino papa per la chiesa dei Celestini firmata e datata 1565 (entrambe nella Pinacoteca Comunale di Faenza). 

L’intera impresa di restauro della Deposizione, compreso il trasporto dell’opera, complicato dalle elevate dimensioni, è stata finanziata da un generoso donatore privato, lo svizzero Auguste de Castelbajac. Il mecenate ha voluto fare un regalo alla città di Faenza e alla sua arte, scegliendo tra le molte opere della Pinacoteca Comunale che hanno bisogno di un intervento di conservazione l’indiscusso capolavoro di un artista faentino purosangue. 

Gli interventi di recupero sono stati svolti a Firenze, dove Alberto Dimuccio ha restaurato la parte lignea, mentre Luisa Landi e Debora Minotti si sono prese cura della superficie pittorica.

Il legno del supporto, costituito da ben undici tavole una sopra l’altra, col tempo si era deformato causando cadute di colore che erano state fermate con toppe di carta giapponese. «L’aspetto del dipinto era quello di un ferito tutto incerottato, e guardandolo lo sguardo si soffermava più sui problemi, evidenziati dalle fermature di carta, che sulla qualità dell’opera. Ora possiamo di nuovo ammirare il dipinto in tutta la sua bellezza» fanno sapere dalla pinacoteca.Pinac3

Le opere create da Jacopone dopo il rientro a Faenza godono dell’esperienza e degli studi maturati in tutta Italia, dalle collaborazioni con artisti di prim’ordine come Battista Dossi e Girolamo da Carpi, all’affresco della cupola di San Vitale a Ravenna e la decorazione di Castel Sant’Angelo a Roma. Anche la Deposizione vede concentrarsi su di sè tutta la cultura e l’originalità dell’artista, come in una grande macchina teatrale, traboccante di emozione religiosa.

«Il restauro della Deposizione di San Rocco -spiega il sindaco di Faenza Massimo Isola – è stato un grande regalo a Faenza da parte di Auguste de Castelbajac, un mecenate straniero che si è interessato alla nostra Pinacoteca Comunale e che ringrazio anche a nome della cittadinanza. La Pinacoteca è, tra i nostri monumenti, un gioiello che da qualche tempo sta vivendo una nuova stagione di rinascita. E questo finanziamento importante è un riconoscimento allo straordinario tesoro esposto nelle sue sale ma anche a una delle più squisite manifestazioni dell’arte faentina ai suoi massimi livelli: il pittore del dipinto appena restaurato, Giacomo Bertucci, era non a caso chiamato Jacopone da Faenza.  Nel Cinquecento era stato attivo in tutta Italia con i più celebri artisti del suo tempo, e aveva portato con sé ovunque il nome della nostra città». 

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