Freedom, alla scoperta di tutti i visionari talenti della Coconino – FOTO Seguici su Telegram e resta aggiornato L’esposizione conferma la grande qualità delle scelte, con le sale divise tra giovanissimi autori già affermati e maestri del passato Una tavola di Anke Feuchtenberger Inaugurata a fine giugno al Mar con le tavole originali di artiste e artisti internazionali del fumetto, la terza edizione del Festival Coconino, dal titolo Freedom, si apre dopo una prima apparizione due anni fa a Palazzo Rasponi e l’approdo nel 2023 al Museo d’Arte della città, passaggio che ha comportato il pagamento di un biglietto di entrata. Il che non sarebbe uno scandalo se si pensa alle più ridotte risorse concesse alle arti visive ma – valutando l’intento promozionale del festival e la cospicua presenza di libri in vendita nella biglietteria a favore della stessa casa editrice – si potrebbe auspicare un ingresso gratuito come all’inizio o almeno ridotto, valutando che la maggior parte del pubblico è giovane se non giovanissimo. Detto questo, l’esposizione conferma come ogni anno la grande qualità delle scelte da parte di Coconino, che divide le sale fra nuove uscite di giovanissimi attorno ai 30 anni, di autori e autrici affermati a più di una generazione di differenza, oltre alla ripubblicazione di opere di successo del passato. E per onore d’età direi di partire proprio da Filippo Scòzzari, nato a Bologna nel 1946, che gli amanti del fumetto riconoscono come uno dei padri fondatori dell’immaginario intorno agli anni ‘70-’80 come fumettista di Re Nudo e Alter Alter, e come fondatore – assieme a Liberatore, Mattioli, Tamburini e Pazienza – di Frigidaire, una rivista che letteralmente ha cambiato la cultura giovanile non solo visiva in Italia. Come Pazienza, a cui è stato dedicato l’anno scorso un approfondimento, Scòzzari è uno dei testimoni più legati al mondo alternativo, feroce, nichilista e impegnato di quegli anni, per cui si comprende la scelta di Coconino di ripubblicare tutti i suoi lavori: in mostra a Ravenna ci sono alcune tavole del fumetto La dalia blu, ispirato alla sceneggiatura di Raymond Chandler uscita nel 1946 e dirottata da Scòzzari in fumetto a puntate fra il 19080-81 sui primi numeri di Frigidaire. Le tavole mostrano un segno grafico personale, sicuro e legato allo stile di quegli anni per un immaginario hard boiled. Per l’occasione Coconino ha realizzato un importante restauro dei disegni originali che a distanza di 44 anni si presentavano scoloriti o chiazzati. Più giovani di almeno 15 sono Gipi e Anke Feuchtenberger, che meriterebbero una mostra monografica ciascuno. Gipi, pisano, è probabilmente fra i più famosi autori di fumetto italiano conosciuti all’estero, che lungo la carriera ha ricevuto premi illustri al Festival di Angoulème – mecca del fumetto internazionale – ed è stato candidato allo Strega. Agile a muoversi e creare anche nel campo del game design e dei cortometraggi, al suo attivo Gipi ha una serie di graphic novel che hanno avuto il pregio di alimentare l’immaginario dei lettori in modo poetico, presentando quel tanto di distaccato e meraviglioso nei personaggi da segnare i lettori con frasi indimenticabili. Nonostante il loro significato possa risultare vago e slittante come in tutti i dialoghi e monologhi dei personaggi, le tavole di Stacy (2023), sua ultima fatica e fumetto più criptico e ossessivo dei precedenti, presentano una potenza egualmente divisa fra disegno e testi. Gipi continua a seguire il filo di un discorso interiore riuscendo a contaminare le emozioni di chi legge. Su questa linea – entrare nella carne dell’interiorità – riesce benissimo anche un altro mostro sacro del fumetto quale la berlinese Anke Feuchtenberger, che due anni fa ha ricevuto il prestigioso premio alla carriera Max und Moritz grazie alle graphic novel realizzate fra la fine degli anni ‘90 e oggi. Comprimere l’analisi dei suoi lavori è un peccato: basti dire che le sue tavole – eseguite in modo da rimanere indimenticabili grazie a un particolare, una sbavatura, una ripetizione – possiedono una lucidità impressionante, in grado di connettersi alle paure e ai sentimenti più profondi e celati di una persona. Nella monumentale e ossessiva graphic novel Compagna cuculo (2024) – che ha richiesto due decenni di gestazione – scorre la storia di due bambine e amiche nella Germania orientale fra gli anni ‘60 e il periodo successivo al crollo del muro di Berlino, mettendo a fuoco temi come la condizione femminile, le relazioni con i familiari, l’oppressione politica, il rapporto fra la macro e la micro storia. Di Utamaru (Tokyo 1968) – noto autore internazionale di manga – in mostra sono le tavole di Litchi Hikari Club, un lavoro di prossima pubblicazione che riprende la versione manga precedente del 2006 – ispirata a un’opera teatrale – in cui scorrono vene di nichilismo, di violenza e redenzione. Generazionalmente vicini risultano Michele Peroncini e Antonio Pronostico, entrambi nati alla fine degli anni ‘80, che segnano il panorama del fumetto italiano più recente. I moti celesti (2024) è la graphic novel d’esordio dello spezzino Peroncini, che anima i suoi personaggi fra realtà e immaginazione mentre L’Eletto (2024) di Pronostico – disegnato su sceneggiatura di Fulvio Risuleo – costituisce un brillante noir aziendale, indimenticabile per lo stile acceso da campiture piatte e brillantissime. Le restanti sale della mostra sono lasciate ai lavori dei trentenni o quasi come Valentine Cuny Le-Callet, Enrico Pinto, Spam e Isabella Tiveron: fra questi vanno menzionati almeno le xilografie di Cuny Le-Callet e i disegni magnificamente al tratto di palazzi, vedute urbane e paesaggi di Pinto. Riguardo ai temi trattati, fra catastrofi, futuri apocalittici, solitudini e impegno sul tema dei diritti civili, si chiariscono perfettamente gli interessi delle nuove generazioni. Coconino Freedom (mostra tavole di Gipi, Furuya Usamaru, Fi- lippo Scòzzari, Anke Feuchtenberger, Antonio Pronostico, Valentine Cuny Le-Callet, Enrico Pinto, Michele Peroncini, Spam il mandarino psichico, Isabella Tiveron); MAR, Ravenna; fino al 28 luglio 2024; orari: MA-SA 9-18, DO e festivi 10-19 – ingresso: 6 euro, ridotto 5 (convenzioni sul sito) Total0 0 0 0 Forse può interessarti... Alla Classense arriva Fumettibrutti, fenomeno editoriale Al museo delle Cappuccine cinque incontri dedicati alla cultura giapponese Dal gruppo nanou alla danza della Primavera Araba: i protagonisti di Ammutinamenti Seguici su Telegram e resta aggiornato