mercoledì
10 Settembre 2025
diario di viaggio

Ravennati in scena a Matera. Giorno 2, Murgia: dalla visita guidata fino al liberatorio “Ballo di San Vito”

Dove l'antica favola del pifferaio di Hamelin rivive con bambini vestiti di Nike e Adidas a caratteri cubitali

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Terza puntata (qui si può leggere la prima, qui invece la seconda) del diario di viaggio del nostro appena ventenne collaboratore Ernesto Moia da Matera, città che ospita la prima tappa del Progetto Hamelin di Ravenna Teatro-Teatro delle Albe. Per tre giorni, la celebre città in Basilicata sarà attraversata da riprese cinematografiche e azioni performative nei luoghi pubblici, con protagonisti oltre 200 bambini e ragazzi dai 7 ai 17 anni provenienti da Basilicata, Emilia-Romagna e Lazio, di cui la maggioranza dalle scuole di Ravenna. Il racconto guida è la fiaba de Il Pifferaio di Hamelin, riletta come metafora di una società che tradisce le nuove generazioni e ne paga il prezzo. 

Giorno 2, Murgia
Foto di Luca Centola

Oggi la partenza è programmata per le 8 e 30, in mattinata abbiamo la visita guidata del centro. Partiamo in piazza Vittorio Veneto, esattamente di fronte al razionalismo fascista del banco di Napoli, ora Intesa San Paolo, scendiamo dunque tra i sassi limitrofi all’antica cisterna del “Palombaro Lungo”. Negli spostamenti chiacchiero con i ragazzi, ma ascolto la guida in religioso silenzio mentre mi spiega che a causa della porosità della calcarenite Matera aveva enormi problemi di  approvvigionamento idrico o quando racconta che alcune zone fino agli anni ’50 avevano fogne a cielo aperto e la città aveva il 46-48% di mortalità infantile. Ora esattamente tra le stesse mura dove si usava far fermentare il letame come riscaldamento ci sono alberghi e B&B da 3 stelle in su. La passeggiata si conclude tra un sole cocente, turisti dall’incarnato nordeuropeo e storie dei punti in cui Mel Gibson girò la Passione di Cristo.

Pranziamo nella pineta del Brancaccio, alle 15 circa siamo in cima alla Murgia, dall’altro lato della gola rispetto al giorno prima. Qui alcuni minuti di ascolto della “preghiera” di Mariangela Gualtieri e cori con corifei in pieno stile Albe per preparare i giovani, che stimo in un numero tra 120 e 200, alle tre ardue scene pomeridiane. Per la prima, la regia è quasi in cima, guardiamo i ragazzi dall’alto apparire da dietro una roccia; per la seconda li vediamo scendere invece attraverso una simbolica porta di pietra; nell’ultima (la vera ultima scena del film) siamo a metà, loro arrivano da più in alto, passano il punto macchina sul nostro livello, e iniziano la discesa, che li porta a scomparire seguendo il pifferaio un’ultima volta.

Il regista Penta e il direttore artistico Argnani si scambiano informazioni, le guide raccolgono i giovani, “Fagio”, il capo tecnico, distribuisce ricetrasmittenti, i ragazzi sono tutti in fila indiana, servono circa un paio di ciak per scena, un’orchestra silente. Osservando la situazione noto una curiosa coincidenza, o forse no? Ci si sente come a essere di fronte al San Giorgio di Donatello verniciato da Andy Warhol mentre queste scene prendono vita: l’antica favola del pifferaio con bambini vestiti di Nike e Adidas a caratteri cubitali, sullo sfondo il dipinto dei sassi di Matera che cedono il passo a ecomostri di una cinquantina di anni fa costruiti esattamente dove il terreno si fa pianeggiante a sufficienza, la leggendaria “Ronda” a tutto volume sparata da un furgone con quattro amplificatori da non so quanti watt che ricopre la vallata. Che ironia.

Il lungo pomeriggio arriva a conclusione dopo un breve ascolto di Thomas Emmenegger, e un altro grande momento: per volere di Argnani dal furgone parte “Il ballo di San Vito”, con un oceano di ragazzi e bambini che saltano al ritmo della Taranta.

La cena e le chiacchiere sono fondamentali a decomprimere e rilassare, domani avremo un’altra scena kolossal, con anche videomaker e genitori in scena, andiamo quindi a dormire, in quello che alla fine sono contento non sia un facile B&B ricavato tra i sassi ma un meraviglioso Santuario in cima a un colle a 20 minuti di macchina.

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