Western Atlas trasloca a Pescara A Ravenna impiega 50 lavoratori

Una delle prime aziende insediate nel settore offshore è pronta a spostare la base in Abruzzo. Sciopero proclamato per il 18 luglio

La Western Atlas, azienda del settore petrolifero che opera dagli anni Ottanta a Ravenna dove conta ancora una cinquantina di dipendenti, ha comunicato l’intenzione di abbandonare l’insediamento ravennate trasferendo tutto il personale nella base di Pescara. Nei giorni scorsi il management della multinazionale americana (nel 1996 l’acquisizione da parte della Baker Hughe) ha convocato le Rsu aziendali e le organizzazioni sindacali nazionali di categoria (Filctem, Femca e Uiltec) per comunicare la propria intenzione: a Ravena rimarrebbe solo un eventuale avamposto di riferimento vicino al maggior cliente Eni.

«I lavoratori e le organizzazioni sindacali territoriali – si legge in una nota – esprimono la loro totale contrarietà a questa scelta, contestano questa decisione e proclamano da subito lo stato di agitazione e una prima giornata di sciopero per il prossimo 18 luglio. La decisione di trasferire tutto il personale a Pescara rientra in logiche di riorganizzazione delle multinazionali che seguono parametri di valutazione non comprensibili, non condivisibili e non accettabili».

Già nello scorso mese di marzo c’era stata una prima riduzione di personale a Ravenna avviando una procedura di licenziamento per 13 persone. È stato poi firmato un accordo di cassa integrazione che termina a marzo 2017 e i 13 licenziamenti sono stati trasformati in procedura di mobilità volontaria. «In merito alla richiesta di condivisione del sacrificio, l’assemblea dei lavoratori decise di andare incontro all’azienda accettando una riduzione temporanea di circa il 20 percento del salario relativo al contratto aziendale di secondo livello. Dopo solo 4 mesi da quella data, con una cassa integrazione aperta e con gli accordi presi non è assolutamente comprensibile lo stravolgimento dei piani aziendali dichiarati e sottoscritti nelle varie sedi istituzionali pertanto metteremo in campo tutte le iniziative necessarie per impedire la chiusura della base di Ravenna».

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