Gli artigiani alle amministrazioni: «Tassa pubblicità, scadenze da uniformare»

L’imposta ha scadenze e modalità di pagamento diverse per ogni territorio, una situazione che non aiuta chi vuole rimanere in regola
Soldi

Confartigianato scrive una lettera aperta alle amministrazioni per uniformare la scadenza dell’imposta sulla pubblicità. Una «situazione frastagliata e disomogenea» anche all’interno delle Unioni dei Comuni.

Nell’Unione della Bassa Romagna a Alfonsine, Bagnacavallo e Cotignola la scadenza per il pagamento è fissata al 30 aprile, a Lugo, Massalombarda, Fusignano e Conselice al 31 di maggio. Per tutti questi enti il pagamento del tributo è da effettuare all’ufficio tributi dell’Unione stessa. Nei Comuni di Sant’Agata sul Santerno e a Bagnara, invece, la scadenza non è stata ancora definita e per il pagamento vi sono due modalità diverse. Nel primo caso attraverso la società di riscossione Ica S.p.a, sede di Forlì, nel secondo caso direttamente dal Comune di Bagnara.

La situazione non è migliore nell’Unione dei Comuni faentini. A Faenza la scadenza è il 30 aprile, mentre per tutti gli altri Comuni, per avere l’informazione relativamente alla scadenza, siamo stati invitati a prendere contatto con il call center della Società Ica S.p.a che ne gestisce la riscossione. La scadenza 2018 per Brisighella, Riolo Terme, Casola Valsenio è fissata per il 31 gennaio, mentre per quanto riguarda Solarolo si attende ancora una decisione a riguardo dell’Amministrazione Comunale.

Nei rimanenti Comuni della provincia, Ravenna e Cervia la scadenza di pagamento è fissata per il 31 gennaio, mentre a Russi per il 31 maggio.

«Molte volte da parte degli amministratori locali ci sentiamo “tirare per la giacca” affinché le aziende artigiane e le piccole e medie imprese facciano maggiormente “sistema”, ma evidentemente c’è ancora molto da lavorare anche sulle competenze degli enti locali – scrive Confartigianato – . Chiediamo che i Comuni e le loro Unioni si coordinino maggiormente, su questa ed altre tematiche simili, affinchè meno risorse vadano sprecate, sia più semplice per gli imprenditori essere in regola e non si creino le condizioni per sanzionare le aziende che possono essere tratte in errore in buona fede».

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