Approvato il bilancio di previsione 2025-2027 dell’Unione della Bassa Romagna Seguici su Telegram e resta aggiornato Voti favorevoli da parte dei gruppi di Centro sinistra per la Bassa Romagna, Vivi Bagnara, Alleanza Verdi e Partito socialista, contrari Alternativa Bassa Romagna e Unione civica Dopo un percorso di condivisione con gli organi amministrativi, le associazioni di categoria e i sindacati, il Consiglio dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ha approvato il bilancio di previsione 2025-2027. Il bilancio è stato approvato dai gruppi di Centro sinistra per la Bassa Romagna, Vivi Bagnara, Alleanza Verdi e Partito socialista. Si sono mostrati invece contrari Alternativa Bassa Romagna e Unione civica. Per il triennio sono previste risorse complessive a pareggio (ovvero con entrate equivalenti alla spesa) per un totale di più di 200 milioni di euro: circa 79 milioni per il 2025, 66 per il 2026 e circa 64 per il 2027. Le differenze consistenti tra il primo anno e i successivi dipendono da risorse specifiche vincolate al primo esercizio. Inoltre, la parte corrente di competenza 2025 contiene al suo interno trasferimenti (statali, regionali, struttura commissariale per la ricostruzione) per le emergenze metereologiche del 2023-2024 per un totale di quasi 3,5 milioni di euro, non prevedibili negli esercizi successivi. L’Unione, essendo essenzialmente un ente a finanza derivata, trae la maggioranza delle proprie risorse dai trasferimenti (42.519.177,05 milioni di euro) dai Comuni afferenti o da altri enti ipotizzati a quote essenzialmente invariate per il triennio (a eccezione dell’andamento dei trasferimenti Pnrr, delle quote correnti Atuss e dei trasferimenti per le emergenze metereologiche). Di seguito, l’importo dei trasferimenti correnti per ente erogante e la relativa percentuale sul totale dei trasferimenti correnti: trasferimenti Pnrr per 475.125,19 di euro (1%); trasferimenti per l’emergenza metereologica 3.493.291,75 di euro (6,25%), trasferimenti dello Stato 1.471.148,28 di euro (3%), trasferimenti della Regione 4.125.169,95 di euro (10%), trasferimenti da Ausl 2.680.833,87 di euro (6%); trasferimenti da altri enti 575.573,36 di euro (1%); trasferimenti dai Comuni 29.698.034,65 di euro (70%). La parte preponderante della spesa riguarda i servizi educativi (35% contro i 32,36% del bilancio corrente iniziale 2024) e i servizi sociali, (25% contro i 22,35% del bilancio corrente iniziale 2024) che da soli rappresentano il 60% del bilancio effettivo. Il totale degli investimenti ammonta quindi a per il 2025 a poco più di 7 milioni e 333 mila euro e per il 2026 a 2 milioni e 124 mila euro: si tratta essenzialmente di risorse desinate a progetti finanziati dalla Regione nell’ambito dell’Agenda di trasformazione urbana per lo sviluppo sostenibile (Atuss). A questi si aggiungono i contributi regionali “Smart city, tetti fotovoltaici nelle scuole” di quasi 560mila euro, più lo stralcio dell’auditorium del Comune di Lugo a servizio dell’Unione per circa 570mila euro e il saldo del completamento del centro per l’impiego di quasi 400mila euro. Due i progetti Pnrr in capo all’Unione, entrambi dedicati al sociale: percorsi di autonomia per le persone con disabilità (circa 300mila euro) e «Housing First» (circa 470mila euro). «Gli investimenti dell’Unione diventano un’opportunità per i Comuni – sottolinea il sindaco referente Riccardo Graziani -. I singoli enti infatti difficilmente potrebbero avere il peso specifico necessario per entrare in modo vincente nelle graduatorie dei bandi regionali e non solo. Così facendo, e senza gravare sui bilanci comunali, riusciamo a portare interventi aggiuntivi sul territorio, volti a migliorare la qualità della vita». Venendo ai tributi, la manovra fiscale è di competenza dei singoli enti la cui dimensione è ancora in corso di definizione verrà formalizzata in sede di presentazione del bilancio di previsione dei singoli enti. Per i servizi educativi la percentuale di intervento a carico delle risorse dell’Unione (e quindi dei Comuni) si è costantemente incrementata passando dal 43,4% del 2023 al 44,79% del 2024 e al 46,33% del 2025, a compensare le minori risorse straordinarie e da trasferimenti (da enti e soggetti pubblici), progressivamente diminuite. È stato quindi stabilito un incremento delle rette dei servizi educativi e scolastici per l’anno 2025 (a partire dal mese di settembre 2025 e valevoli per l’intero anno scolastico 2025-2026 e per i centri estivi 2025) del 4%, mentre per la mensa scolastica è previsto un incremento del 4% a partire dal mese di gennaio 2025 e senza ulteriori aumenti da settembre 2025. Questi aumenti servono per coprire l’aumento del costo del lavoro. Per quanto riguarda le rette dei servizi rivolti agli anziani e alle persone disabili, l’incremento previsto è del 6% a partire dal 1 gennaio 2025; gli aumenti sono dettati dal rinnovo del Ccnl delle cooperative sociali, dunque dall’aumento del costo del lavoro, che si riflette sul bilancio dell’Unione. Dal 1 gennaio 2025 verrà rimodulato il meccanismo di calcolo delle rette afferenti il servizio di trasporto sociale, per renderle uniformi su tutto il territorio dell’Unione, in base alle percorrenze e tenendo conto della sempre più crescente esigenza di accompagnamento a presidi sanitari ubicati anche fuori provincia di Ravenna. La manovra interessa rette e tariffe dei servizi a domanda individuale, per conseguire gli equilibri di bilancio. Sia per il sociale che per gli educativi, le rette coprono il 33% del costo effettivo dei servizi (stessa percentuale del 2024): la percentuale restante è coperta dai Comuni o da trasferimenti specifici ordinari o straordinari (questi ultimi in calo rispetto agli anni passati). «Il fatto che da un lato vengano a mancare risorse straordinarie e vi siano costi ulteriori in capo ai Comuni e, dall’altro, non appaiano all’orizzonte misure volte a sostenere il sistema delle autonomie locali, ma addirittura nuovi tagli, determina un effetto peculiare: la copertura dei servizi assicurata dai nostri enti aumenta, in termini percentuali, in maniera significativa – sottolinea Graziani-; al contempo, lo sforzo per continuare a garantire tali servizi non può essere sostenuto solo dagli enti, ma diviene necessaria una compartecipazione da parte di chi usufruisce di tali servizi. Ci siamo comunque impegnati per far sì che una parte preponderante (e sempre in aumento) del costo dei servizi, essenziali per molte famiglie, continuasse a essere a carico dell’ente pubblico». Total0 0 0 0 Forse può interessarti... Una comunità energetica cooperativa anche tra Bassa Romagna e Faentino Bassa Romagna, assegnata la gestione delle mense: appalto da 62 milioni di euro Surgital, bilancio in crescita: annunciate 45 nuove assunzioni per il 2025 Seguici su Telegram e resta aggiornato