Il sindacato: «Si copre con i contratti a termine, nel migliore dei casi si riparte con altro personale da formare dopo il periodo di affiancamento»
La Cgil spiega che «già oggi, alle porte dell’estate, i pronto soccorso e i reparti di Medicina sono i contesti della nostra provincia in cui le criticità sono più acute, per le mancate coperture dei posti vacanti. In alcune di queste realtà mancano contemporaneamente fino a sei operatori, rendendo di fatto ingestibile la situazione». L’inserimento di nuovo personale «avviene con lentezza, con contratti a tempo determinato e il risultato combinato di queste azioni impatta pesantemente sulla qualità dell’assistenza».
Si determina – attacca il sindacato – «un meccanismo perverso perché gli operatori dei vari reparti, appena hanno terminato il percorso di affiancamento e formazione dei nuovi assunti, li vedono uscire per il termine del contratto. Nel migliore dei casi si riparte con altro personale da formare, nei casi più sfortunati, invece, si può anche rimanere senza sostituzioni per lunghi periodi».
L’Azienda – conclude la Cgil – «deve capire che gli investimenti nelle risorse umane qualificano le azioni assistenziali; con più assistenza individuale si migliorano le condizioni di vita degli assistiti e, contemporaneamente, le condizioni di lavoro del personale. Altrimenti il rischio è avere un sistema sanitario sempre più carente e in difficoltà nel fornire risposte ai bisogni dei cittadini».
Ravenna, 30 marzo 2018