Caviro, versati 7,4 milioni per archiviare «una minaccia mortale per il gruppo»

Il gruppo faentino ha chiuso una controversia fiscale in Portogallo che andava avanti da vent’anni. Il 2017 si chiude con risultati positivi nonostante anche altri ostacoli

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Simonpietro Felice, dg Caviro

«Seppure a tutti gli effetti dalla parte della ragione, abbiamo deciso di chiudere una controversia fiscale che andava avanti da vent’anni in Portogallo versando la somma di 7,4 milioni di euro in un’unica rata. Un’enorme perdita per il nostro patrimonio ma abbiamo archiviato una minaccia potenzialmente mortale per l’intero gruppo». Così il direttore generale di Caviro, Simonpietro Felice, in occasione dell’assemblea di bilancio svolta il 27 aprile ha riassunto una delle questioni che hanno segnato il 2017 del consorzio di vitivinicoltori di Faenza.

«Si può dire che lo scorso anno abbiamo attraversato la tempesta perfetta – conclude Felice –. Tutto ciò che poteva accadere è accaduto, ma grazie al carattere resiliente tipico delle realtà cooperative, siamo usciti a testa alta anche da questa prova». Oltre alla questione portoghese, il 2017 è stato contraddistinto da «una vendemmia oltremodo scarsa, cambi ai vertici dirigenziali della compagine e la preparazione di tre diversi progetti strategici».

Questi i numeri del bilancio 2017. Il valore della produzione del gruppo è in crescita e supera i 328 milioni di euro. Positivo anche il margine operativo lordo (Ebitda) che raggiunge la cifra di 24,7 milioni di euro mai toccata prima. Un altro segno più il gruppo lo registra nell’export, che per il solo settore vino passa dal 32 percento al 34,4 sul totale dei ricavi B2C (Business to Consumer). Sul fronte dei ricavi l’incidenza del vino sul totale passa dal 73 percento al 70, diminuisce anche l’area Distilleria (dal 22 al 21 percento) mentre cresce il ramo Energia e Ambiente, che passa dal 5 al 9. Per quel che concerne le vendite dell’intero Gruppo in Italia passano dal 73 al 71 percento a vantaggio dell’export, incluso quello di Caviro Distillerie, che tocca il 29 percento contro il 27 dell’anno precedente.

La questione Portogallo è una delle principali voci dei costi straordinari che hanno portato una perdita nel conto economico di 0,5 milioni di euro. Ecco il riassunto dei fatti: «Circa vent’anni fa Caviro fu vittima in Portogallo di un’organizzazione criminosa che rubò alcol destinato all’export. La nostra cooperativa è stata riconosciuta parte lesa della vicenda in tutti i gradi di giudizio, ma una normativa dell’epoca prevedeva che pure il produttore dell’alcol fosse obbligato a corrispondere le imposte, anche se vittima del furto».

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