Cna: «Il calo dell’affidamento del credito limita la nuova imprenditorialità»

Presentati i dati congiunturali del 2017 sul territorio provinciale. Ecco tutti gli indicatori che fotografano il territorio

Imprese assetate di liquiditàLa Cna territoriale di Ravenna presenta anche per il 2017 i risultati dell’osservatorio congiunturale della micro e piccola impresa in provincia realizzato con la collaborazione metodologica della sede regionale Istat di Bologna. «Assistiamo purtroppo a un calo di 4,5 punti percentuali di affidamento del credito – affermano Pierpaolo Burioli e Massimo Mazzavillani, rispettivamente presidente e direttore della Cna di Ravenna – che riguarda in particolar modo le piccole imprese e a un netto predominio – due terzi – dell’utilizzo del credito da parte delle aziende per esigenze di liquidità mentre solo un terzo è riservato agli investimenti. Questa situazione di difficoltà di concessione del credito è uno dei motivi di scarsa propensione alla nuova imprenditorialità che ancora si registra sia a livello provinciale che regionale. Chiediamo maggior attenzione da parte delle Istituzioni all’artigianato e alla PMI e, in ambito settoriale, alle costruzioni attraverso recupero e rigenerazione urbana oltre a percorsi di semplificazione normativa, al turismo e alla cultura».

Si riduce il numero delle imprese
Anche nel 2017 è proseguita, per il nono anno consecutivo, la contrazione del numero di imprese in ambito provinciale. Le ragioni, secondo Cna, stanno nelle prospettive incerte e nella difficoltà nel reperire finanziamenti. L’attenuarsi della crisi ha però determinato un rallentamento delle cessazioni. Al 31 dicembre 2017 le aziende iscritte nel Registro delle Imprese di Ravenna erano 39.376, 328 in meno rispetto  alla stessa  data del 2016 (-0.82%). Negli ultimi 12 mesi sono state registrate 2.015 nuove iscrizioni a fronte di 2.131 cancellazioni volontarie, il che ha determinato un saldo negativo di 116 unità aziendali (-0,29%) a cui vanno sommate 212 cessazioni d’ufficio. Nel 2017 le cessazioni hanno raggiunto il livello più basso degli ultimi anni. Lo stesso dicasi per le iscrizioni, che pure mostrano una flessione raggiungendo il livello minimo.

Il mercato del lavoro: diminuisce la popolazione attiva
A fine 2017 la popolazione attiva di Ravenna è pari a 180mila unità, di cui 167mila occupati e 13mila disoccupati. La popolazione inattiva (persone di oltre 15 anni non in cerca di occupazione) ammonta a 158mila unità. La popolazione attiva (o forze di lavoro) è in calo di 4100 unità rispetto al 2016. In particolare diminuiscono di 3600 unità le forze di lavoro femminili e di 500 quelle maschili. Il tasso di attività tra i 15 e i 64 anni continua a diminuire scendendo al 71,1%, inferiore di 2,3 punti al corrispondente valore regionale e superiore di 5,7 a quello nazionale.

Export in crescita
Nel 2017 le esportazioni della provincia di Ravenna si attestano a 4.003,5 milioni di euro con un incremento di 415,4 milioni rispetto al 2016, pari al +11,6% in termini relativi. È dal primo trimestre dell’anno che le esportazioni provinciali registrano un tasso di crescita a due cifre, confermando la tendenza espansiva avviata a metà del 2016. A determinare la ripresa dell’export ravennate nel 2017 hanno contribuito prevalentemente il settore dei prodotti chimici (+13,6%), quello dei prodotti metallurgici (+17,4%) e delle apparecchiature elettriche(+39,0%).

Gli artigiani a Ravenna
A Ravenna, al 31 dicembre 2017, nel confronto con l’anno precedente, le imprese artigiane si sono ridotte di 111 unità, pari all’1,04%, a indicare che sono le imprese di minore dimensione e di alcuni settori a tipica vocazione artigiana a subire le conseguenze peggiori del perpetuarsi della crisi.  Rispetto all’intero tessuto produttivo provinciale, l’incidenza delle imprese artigiane passa dal 26,88% del 31/12/2016 al 26,83% del 31/12/2017. Ciò a fronte del fatto che – rispetto al decremento del Registro Imprese di 328 unità – le imprese artigiane sono diminuite di 111 unità, assestando per questo l’incidenza percentuale rispetto al Registro Imprese ai livelli registrati nell’ultima parte del 2002. Come si può facilmente osservare, da fine 2008 a fine 2017, il Registro Imprese registra un calo di 3.264 imprese, delle quali quasi il 50% sono imprese artigiane.

Andamento Albo per settori
L’agricoltura e l’industria alimentare (dati aggregati), rimangono sostanzialmente stabili (-0,29%) rispetto al 2016, che aveva visto una crescita del comparto dopo la  contrazione registrata nel 2015. Il settore tessile-abbigliamento-calzaturiero registra una ulteriore contrazione e chiude a -1,99% rispetto al dato del 2016. Indicativi, a tal proposito, i dati relativi al periodo 2008-2017, che riflettono un decremento di oltre il 25%. La meccanica di produzione vede un decremento delle imprese del settore pari al 3,27%, confermando i trend negativi che hanno caratterizzato i 4 anni precedenti (-3,00% al 31/12/2016; -0,83% al 31/12/2015; -4,13% al 31/12/2014; -5,69% al 31/12/2013 e -4,43% al 31/12/2012). L’edilizia, vero traino della crescita dell’Albo delle Imprese Artigiane fino al 2008, prosegue la contrazione (-2,03%), confermando le forti difficoltà del settore. Dal 2008, il comparto ha “perso” oltre il 16% delle imprese registrate. Per quanto concerne il settore dei trasporti, il 2017 si chiude con un decremento delle imprese iscritte all’Albo del 5,26%, da ascriversi esclusivamente al trasporto merci (90% delle imprese del settore).

Occupazione
I dati relativi all’occupazione rilevati nel corso del 2017 evidenziano un incremento della forza lavoro del 4,66%. Da fine 2008, l’occupazione segna per la prima volta un risultato superiore rispetto a quello registrato pre-crisi (+2,90%). Questi dati si riferiscono a un campione rappresentativo di imprese artigiane e piccole imprese. Relativamente ai principali settori dell’economia artigiana, l’edilizia, vero traino della crescita occupazionale fino al 2007, conferma la crescita iniziata nel 2016, dopo la decrescita occupazionale registrata nell’ultimo quinquennio, evidenziando al 31/12/2017 un incremento del 3,16%. Incremento occupazionale importante anche per il settore impianti (+2,94%). L’agricoltura e l’industria alimentare (dati aggregati), registrano un forte incremento, pari al 23,73%, confermando il trend avviatosi nel 2016. Di segno decisamente positivo l’andamento occupazionale per il settore dei trasporti (+5,34%), che va ascritto sia al settore del trasporto merci, sia al trasporto persone. Va qui ricordato che il settore ha perso dal 2008 oltre il 10% della forza lavoro.Per quanto riguarda i principali comuni e le principali aree territoriali della provincia, si evidenzia un incremento occupazionale per Ravenna, per la Bassa Romagna e per la Romagna Faentina, mentre Cervia, rispetto al 31/12/2016, registra un marcato decremento occupazionale.

Credito e Investimenti
Altri importanti elementi di analisi per cogliere i segnali circa l’andamento dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa nella nostra provincia, si colgono dai dati resi disponibili dalla Banca d’Italia in merito al credito e agli investimenti. Nel corso del 2017 sono stati concessi in ambito provinciale finanziamenti alle imprese per un valore inferiore del 4,53% a quelli registrati al 31/12/2016. Negli ultimi 5 anni si riscontra una diminuzione dei finanziamenti erogati di oltre il 18%. Le dinamiche del credito continuano ancora a risentire della debolezza della domanda di finanziamenti del settore produttivo.

Fatturato
Il 2017 si chiude con una variazione positiva del 4,21%, riprendendo il trend che aveva caratterizzato il fatturato  fine 2015. Se si confrontano i dati di fine 2017 con quelli disponibili al 31/12/2008 si riscontra, comunque, un calo del fatturato superiore al 13%. Tutti i settori analizzati – seppure con dinamiche e proporzioni diverse – registrano un aumento del fatturato a fine 2017, anche se – meccanica e servizi alla persona a parte – tutti i settori sono lontani dal fatturato che avevano registrato nel 2008.

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