Ecco Classis, il nuovo museo da 22 milioni di euro: racconterà Ravenna fino al Mille

Nell’ex zuccherificio di Classe l’anteprima riservata alla stampa in vista dell’apertura ufficiale per il pubblico con ingresso gratuito l’1 dicembre. Area espositiva di 2.600 mq

Classis7Dal giorno in cui gli operai aprirono il cantiere nell’ex zuccherificio di Classe sono passati sedici anni. Tanto è servito per trasformare quel sito industriale in un sito culturale: il museo Classis apre al pubblico da domani, 1 dicembre, ma dalla presentazione di oggi riservata alla stampa possiamo mostrarvi le prime immagini del museo della città e del territorio che racconterà la storia di Ravenna, dai primi insediamenti alla civiltà etrusca, poi al ruolo della città in epoca romana quindi a Ravenna capitale dell’Esarcato Bizantino. Domani dopo il taglio del nastro alle 10.30 l’apertura al pubblico a ingresso gratuito fino alle 17 (ultimo ingresso ore 16.30).

L’area espositiva si sviluppa su 2.600 metri quadrati in un’oasi verde di 15mila. Oltre seicento i reperti, in parte provenienti anche dal Museo Nazionale di Ravenna, accompagnati dalla linea del tempo che segna il percorso di visita a Classis Ravenna. Una particolare attenzione è dedicata agli apparati didattici ed illustrativi, con ricostruzioni grafiche e tridimensionali, filmati, plastici ed altri strumenti.

Come noto, l’investimento messo in campo da Comune di Ravenna, Mibact, Regione Emilia-Romagna e Unione Europea, con l’apporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, per il recupero e la nuova destinazione del complesso di Classe, supera i 22 milioni di euro, cifra che ha più volte suscitato critiche e proteste da parte dell’opposizione, critica anche sui tempi di realizzazione e sulla validità stessa del progetto. La progettazione del nuovo Classis Ravenna è stata affidata all’architetto Andrea Mandara che ha operato al servizio di un comitato scientifico di assoluto prestigio, coordinato dal professor Andrea Carandini.

«Classis sarà il punto di partenza necessario per ogni visita si Ravenna. Non solo alla contigua area archeologica dell’antico Porto di Classe, ma verso l’intera città», spiega Giuseppe Sassatelli, presidente della Fondazione Ravennantica, cui il Comune ha demandato la realizzazione e la gestione del nuovo museo, insieme a quelle dell’Antico Porto, della Basilica di Sant’Apollinare e, nel cuore di Ravenna, della Domus dei Tappeti di Pietra, il Museo Tamo e la Cripta Rasponi. «Qui si potranno rivivere tutti gli snodi principali della storia del territorio, dalla preistoria all’antichità romana, dalle fasi gota e bizantina all’alto Medio Evo».

«Da qui si possono poi facilmente raggiungere altri gioielli ravennati. Innanzitutto la contigua Basilica di Sant’Apollinare, ma anche l’Antico Porto, gli scavi di San Severo e tutta la zona ambientale a sud di Classe, dalla pineta all’Ortazzo e l’Ortazzino oggetto – anticipa il sindaco di Ravenna Michele de Pascale – di un progetto di riqualificazione, così come sta avvenendo per la stazione ferroviaria cresciuta a servizio dell’ex zuccherificio».

«Classis Ravenna – sottolinea l’assessora alla Cultura, Elsa Signorino, a lungo presidente di Ravennantica prima del suo ingresso in giunta nel 2016 – non sarà un semplice “contenitore di materiali”, ma sarà anche un attivo centro di ricerca e formazione di altissimo profilo. Qui ampi laboratori per lo studio e per il restauro consentiranno a docenti e studenti dell’Università di svolgere le loro attività nell’ambito dei loro percorsi formativi e di ricerca. Il nuovo museo permetterà la conoscenza e la valorizzazione dell’intero patrimonio storico archeologico del territorio attraverso un percorso espositivo innovativo, affascinante e rigoroso capace di coinvolgere e di emozionare i visitatori. Come tutti i musei contemporanei svilupperà una molteplicità di funzioni: attività espositiva, di studio e ricerca, laboratori didattici, laboratori di inclusione digitale per la sperimentazione di start-up innovative. Il tutto con una forte vocazione al territorio».

La giornata dell’1 dicembre inizierà con i saluti delle autorità, in programma alle 10.30, ai quali seguirà il taglio del nastro. Saranno presenti, tra gli altri, il sindaco Michele de Pascale e l’assessora Elsa Signorino, Daniela Tisi del ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ernesto Giuseppe Alfieri, presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Giuseppe Sassatelli e Sergio Fioravanti, rispettivamente presidente e direttore di Fondazione Ravennantica, Francesco Ubertini, rettore dell’Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna, Stefano Bonaccini, presidente Regione Emilia-Romagna, Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo dell’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia.

Classis Ravenna-Museo della Città e del Territorio, insieme all’Antico Porto di Classe inaugurato nel 2015 e alla Basilica di Sant’Apollinare in Classe, costituisce il Parco Archeologico di Classe che dovrà essere completato, in futuro, con la musealizzazione della Basilica di San Severo.

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