Lo denuncia Coldiretti, evidenziando come il danno per gli agricoltori locali riguardi in particolare la produzione di frutta estiva
Lo denuncia Coldiretti in una analisi presentata recentemente insieme a Filiera Italia alla fiera agroalimentare di Mosca Prodexpo 2020, visitata dalla Ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova. In una nota stampa dell’associazione dei coltivatori si sottolinea che «L’embargo è costato carissimo anche ai produttori ravennati di ortofrutta che si sono visti privare della possibilità di esportare sul mercato russo, un bacino che valeva 150milioni di consumatori e che rappresentava lo sbocco per un buon 25% della produzione di frutta estiva. Senza contare gli effetti provocati “a caduta” dall’embargo. La chiusura del mercato russo, infatti, ha fatto sì che Spagna, Grecia e la stessa Italia abbiano concentrato il proprio export ortofrutticolo sull’Europa con aumento dell’offerta, saturazione del mercato e inevitabile crollo dei prezzi alla produzione».
«La riapertura delle frontiere russe è quindi fondamentale per ridare ossigeno all’export tricolore e ravennate, anche se – precisa la Coldiretti – va segnalato che negli ultimi anni si è verificato un recupero e nel 2019 l’export agroalimentare italiano è cresciuto del 5% rispetto all’anno precedente ma solo grazie ai comparti non colpiti dal blocco, come il vino, le paste alimentari, pomodori pelati e polpe, tabacchi e olio, a conferma della fame d’Italia dei cittadini russi.
I valori – conclude la Coldiretti – rimangono comunque nettamente inferiori a quelli del 2013, l’ultimo anno prima dell’embargo, quando le esportazioni agroalimentari Made in Italy avevano raggiunto i 705 milioni di euro».