Frutta estiva, Coldiretti: «Clima, cimici e pesche spagnole pesano come macigni»

L’associazione lancia l’allarme e chiede interventi alle istituzioni

1565693221530.jpg Non Solo Xylella In Salento Ulivi Colpiti Anche Da Cimice Asiatica

La cimice asiatica

Mercato poco trasparente e clima pazzo, eccoli i due fattori che insieme all’invasione della cimice asiatica, stanno pesando come macigni sulla campagna della frutta estiva. Lo conferma il presidente Coldiretti Ravenna, Nicola Dalmonte, ricordando anche aumenti dei prezzi al consumo nell’ordine dello 0,7 percento rispetto all’estate 2018.

Se l’anomalia climatica ha provocato indubbiamente danni in campo specie su ciliegie, albicocche, pesche, pere, mele e kiwi, senza dimenticare vigneti, grano e mais, danni ulteriori si registrano dal campo allo scaffale per via di speculazioni di filiera e dubbie importazioni.

«Vogliamo parlare, ad esempio – puntualizza il presidente Dalmonte – del “mistero” delle pesche e nettarine spagnole? A parole nessuno le cerca, nessuno le compra, nessuno le mangia, tutti i distributori si dicono assolutamente attenti al prodotto nazionale, presente in abbondanza, di tutte le qualità e per tutte le tasche, eppure la crescita del prodotto di importazione dalla Spagna è a dir poco tumultuosa».
«Molte – afferma Dalmonte – sono correttamente commercializzate con la loro identità. Ma molte altre, o capita di trovarle in vendita nei mercati rionali d’Italia senza alcuna etichettatura, o eccole lì, in bella mostra, con una ‘cittadinanza italiana’ nuova fiammante! Certo che se ci fosse qualche controllo in più al dettaglio, forse qualcuno starebbe più attento. Sì, perché l’assenza della provenienza sul cartellino può anche essere un errore figlio di una distrazione, ma quella distrazione o errore che sia, se riscontrata da un pubblico ufficiale, diventa un reato».

Ma a minacciare il reddito degli agricoltori ravennati ora ci si è messa anche la cimice made in Cina. L’insetto importato dall’Asia ha già colpito duramente anche qui in provincia, accanendosi proprio su pesche, ma anche pere, kiwi, ciliegie, albicocche e piante da vivai. «Ed ora minaccia anche le mele, il frutto più consumato nel nostro Paese e coltura non secondaria per l’Emilia-Romagna dove se ne producono circa 170mila tonnellate». Proprio in questi giorni, nel Ravennate, è scattata la raccolta della varietà Gala, una delle più precoci.

«Le aspettative sono buone – spiega Assuero Zampini, direttore Coldiretti Ravenna – ma la cimice, anche per le mele, è una minaccia concreta. Per questo, pur ritenendo positivo l’avvio del tavolo interministeriale di crisi sul patogeno, è importante che si accelerino i lanci degli insetti antagonisti e che a livello locale le istituzioni non facciano mancare il loro apporto. In particolare servono soluzioni per prevenire e risarcire i danni alle aziende agricole, ad esempio l’attivazione da parte della Regione, come già avvenuto in passato per altre emergenze fossero esse zoopatie o fitopatie, di tutta una serie di interventi finanziari e agevolativi per far fronte al mancato reddito attraverso convenzioni con le banche, l’intervento dei Consorzi Fidi, la sospensione di mutui e tasse».​

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