mercoledì
25 Giugno 2025
emergenza economica

Occupazione provinciale: 1.820 contratti da attivare, un terzo in meno del 2019

L’Osservatorio della Camera di Commercio elabora i dati dei settori industria e servizi. La metà delle imprese con almeno un dipendente viaggia ancora a regime ridotto per effetto della pandemia

Condividi

ContractIl quadro di incertezza legato all’emergenza Covid, e alla crisi economica connessa, si fa sentire sui piani occupazionali delle imprese: sono 1.820 i contratti da attivare per il mese di ottobre in provincia di Ravenna, secondo le previsioni delle imprese dei macro-settori industria e servizi, in calo del 32,6 percento rispetto allo stesso mese del 2019. Ancora una importante flessione delle entrate previste e la tendenza si assesta a quella osservata nel mese di settembre appena trascorso, quando la caduta tendenziale dei flussi aveva raggiunto il valore di -33,9 percento. Anche per l’andamento congiunturale si registra una flessione, che è del -5,7 percento rispetto al mese precedente. Ma sale al 13 percento la quota di imprese che programmano assunzioni (erano l’11 percento a settembre). A delineare questo scenario sono i dati del sistema informativo Excelsior, elaborati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ravenna.

Il clima di incertezza riguarda l’intero periodo autunnale: sono infatti 4.870 al momento le assunzioni programmate dalle imprese considerando l’intero trimestre ottobre-dicembre, con una flessione del 27,9 percento rispetto all’analogo trimestre 2019 (erano 6.750).

Analizzando altri elementi rilevati, si segnala inoltre che i contratti proposti dalle imprese ravennati a ottobre sono prevalentemente contratti a termine: infatti, ci si attende che il 53 percento del totale delle entrate previste verranno formalizzate con contratti a tempo determinato (anche stagionali), in aumento rispetto a ottobre 2019 quando erano il 44 percento. I contratti a tempo indeterminato si assestano al 18 percento, come il mese precedente, ma aumentano rispetto ad un anno fa (ottobre 2019:15 percento); i contratti di apprendistato sono l’8%, un po’ di più rispetto a settembre 2020 (7%) ed anche nel confronto con ottobre 2019 (erano il 7%). La rimanente percentuale rappresenta contratti in somministrazione e forme di collaborazione non dipendente.

Se la quota di entrate destinate a laureati è risultata pari al 12 percento (come un anno fa), neanche il fabbisogno di diplomati è risultato in crescita, ma pari al 40 percento delle entrate complessive ed era il 41 a ottobre 2019; la percentuale di qualifiche o diplomi professionali diminuisce al 27 ed era 29 l’anno scorso.

In questa fase di particolari difficoltà, in aggiunta alle informazioni sui programmi di assunzione mensili e trimestrali delle imprese, il questionario d’indagine della rilevazione Excelsior, è stato arricchito con una specifica sezione che ha l’obiettivo di monitorare la situazione del tessuto imprenditoriale a seguito dell’emergenza Covid-19. In provincia tra le imprese con almeno un dipendente (circa 9.500), sono quasi il 48 percento le imprese (dell’industria e servizi) ancora con attività a regime ridotto; nel confronto con la regione e la media nazionale le percentuali ravennati mostrano di collocarsi in una situazione intermedia (45,9 in regione e 50,8 nel complesso del Paese). È assolutamente minoritaria la quota che dichiara di aver ancora l’attività sospesa e/o per cui sta valutando la chiusura (2,3 percento); la dimensione dove si concentrano le imprese ancora sospese, è quella da 1 a 9 dipendenti e il settore prevalente è quello dei servizi. Supera, seppure di poco, la soglia del 50 percento la percentuale di imprese che sta lavorando con l’attività a regimi simili a quelli pre-emergenza.

In un quadro economico complessivamente ancora caratterizzato da forte incertezza per l’andamento dell’emergenza sanitaria e per i tempi di superamento della crisi economica, buona parte delle imprese (83,2%) ritiene che i livelli di produzione e vendita potranno tornare a condizioni accettabili solo nel corso del 2021, in particolare il 46,5% di esse sposta direttamente al secondo semestre 2021 la possibile normalizzazione delle attività. Segnali migliori sembrano emergere per le imprese collocate sul mercato internazionale e per quelle già dotate di piani integrati di digitalizzazione, ma con tempi di recupero un po’ diversificati.

Condividi
Contenuti promozionali

DENTRO IL MERCATO IMMOBILIARE

CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

Un appartamento storico dallo stile barocco e la rinascita di Villa Medagliedoro

Alla scoperta di due progetti di Cavejastudio tra Forlì e Cesena

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi