«Il modello cooperativo è il migliore per dare vita alle comunità energetiche»

Legacoop punta sull’autoconsumo e le rinnovabili: già 26 le aziende interessate. L’appello di Galanti: «Serve snellire gli iter burocratici. No alle speculazioni». Il 10 giugno convegno sul tema a Ravenna

Comunità Energetiche Sostenibili Green

«Stiamo analizzando il tema, oggi più attuale che mai, da più di un anno. E come succede spesso di fronte alle novità, il modo migliore per capire se funzionano, è tentare di realizzarle». Lo dice Emiliano Galanti, responsabile del progetto sulle Comunità energetiche rinnovabili messo in campo da Legacoop Romagna con l’obiettivo di promuoverne la realizzazione in forma cooperativa (sul tema è in programma anche un convegno il 10 giugno a Ravenna, vedi fondo pagina).

Lo scopo del progetto è quello di risparmiare sui costi energetici, ma anche di promuovere l’incremento di impianti da fonti pulite, siano essi solari, eolici o a biogas.
Il primo passaggio è stato l’incontro di presentazione dello scorso marzo, a Ravenna, seguito dalla raccolta delle manifestazioni di interesse a partecipare da parte delle imprese associate. Dalle cooperative di braccianti a quelle sociali, dalle agricole alle edili, da quelle della filiera del vino a quelle che operano nella raccolta dei rifiuti, sono 26 le aziende cooperative (per un fatturato complessivo di oltre 800 milioni di euro) che hanno scelto di cogliere l’opportunità di ridurre la spesa energetica partecipando attivamente alla transizione.
Ne è seguita la fase di raccolta dati di consumo, stato dell’efficienza energetica, esigenza di potenza installabile, disponibilità di superfici dove realizzare un impianto.
Con queste informazioni l’associazione – in collaborazione con la cooperativa energetica “ènostra” di Milano – produrrà per le aziende interessate un’analisi di fattibilità̀ di comunità energetica o di altro modello per la produzione e l’autoconsumo.

Emiliano Galanti Legacoop

Emiliano Galanti di Legacoop Romagna

«Il nostro obiettivo – continua Galanti – è di accompagnare le cooperative che intendono sfruttare le opportunità offerte da una comunità energetica, mettendo loro a disposizione uno studio di fattibilità che permette di comprendere i costi e i benefici di un’operazione di questo tipo. In questo modo le stimoliamo a lavorare su efficienza e sull’autoproduzione energetica. Il modello cooperativo crediamo sia il migliore per potere gestire i rapporti interni a una comunità energetica».

Legacoop si sta dunque attrezzando per essere pronta una volta che i decreti attuativi permetteranno di realizzare comunità energetiche in grado di garantire economie di scala maggiori rispetto alle attuali (sfruttando la cabina primaria e non più solo la secondaria, oltre che impianti di potenza superiore, vedi articolo in proposito su queste pagine) con l’obiettivo di far risparmiare le imprese del territorio e di promuovere la nascita di nuove cooperative.

«Per poter davvero passare alla fase operativa però – è l’appello lanciato da Galanti – occorrerà uno snellimento degli iter burocratici da parte degli enti coinvolti: faranno la differenza i tempo entro cui si riusciranno a ottenere le autorizzazioni, per esempio». «L’altro rischio da evitare – conclude il responsabile di Legacoop – è quello che progetti sulla carta così meritevoli possano trasformarsi in una sorta di speculazione finanziaria a opera di grandi operatori del settore, che magari cercheranno di offrirsi per la gestione dell’impianto. Le comunità energetiche possono rappresentare un valore aggiunto se costituite e gestite interamente dalle imprese stesse o dai cittadini che vi aderiranno».

«La crisi energetica che stiamo attraversando – aggiunge Sara Capuzzo, presidente della coop “ènostra” – impatta pesantemente sulle imprese. Risparmio energetico e autoproduzione sono le azioni più efficaci per affrancarsi dalla dipendenza dalle fossili. Promuovendo questo progetto, Legacoop Romagna offre alle proprie associate un’ottima opportunità per abbattere i costi in bolletta e le emissioni climalteranti e per contribuire all’affermazione di un modello energetico più democratico ed equo».
In questa prima fase – ci spiega Capuzzo – «stiamo facendo la fotografia energetica delle varie cooperative aderenti, per dare a ciascuna una risposta coerente con la propria situazione, che non è detto sia la comunità energetica, essendo previste anche alternative sempre legate all’autoconsumo nella nuova legge».

Occupandosi direttamente di produzione di energia rinnovabile, in questo periodo, “ènostra” è subissata di richieste. «Stiamo seguendo in tutta Italia una ventina di progetti in questo momento – ci dice ancora Capuzzo –, più o meno grandi. Nel sud della Sardegna, per esempio, stiamo attivando due comunità con un centinaio di soci complessivamente. In Puglia seguiamo progetti delle pubbliche amministrazioni contro la povertà energetica, nei quartieri popolari, quindi investimenti a fondo perduto. Per dare un’idea dell’interesse che si è creato in questo periodo, solo stamattina ho ricevuto cinque richieste di preventivi…».

Il 10 giugno convegno a Ravenna

Le “azioni di Legacoop per promuovere le comunità energetiche” cooperative saranno al centro di un convegno in programma venerdì 10 giugno al mercato coperto di Ravenna. Si parlerà delle caratteristiche delle comunità, degli aspetti giuridici e fiscali e degli strumenti finanziari con rappresentanti di Rse, Regione e del mondo cooperativo e un intervento anche del sindaco De Pascale. Coordina Emiliano Galanti, responsabile del progetto di Legacoop.

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