Cna chiede incentivi alle imprese per gli impianti di autoproduzione energia

Presentata l’analisi annuale Trendra: in provincia un migliaio di aziende pronte per impianti da 12 e 200 kW. L’associazione di categoria lancia l’allarme per il rischio fallimenti di molte imprese a causa del superbonus 110

Pexels Los Muertos Crew 8853511Il boom dei costi energetici, la minore disponibilità e l’aumento dei costi per le materie prime e i prodotti intermedi, la difficoltà delle catene di produzione, le restrizioni al commercio, la maggiore inflazione e il minore reddito disponibile sono i fenomeni che hanno ridimensionato le previsioni di crescita del Pil per il 2022 e, secondo Cna, in questa fase servono soluzioni rapide ed efficaci individuate dall’associazione di categoria in due linee principali di intervento: la questione energetica e i bonus in edilizia. È la sintesi del quadro che emerge da Trendra, il consueto studio annuale di Cna dedicato al quadro economico nazionale, regionale e provinciale. «È prevedibile che per l’Emilia-Romagna e la nostra provincia il quadro possa essere addirittura più negativo rispetto a quello nazionale», affermano Matteo Leoni e Massimo Mazzavillani, rispettivamente presidente e direttore della Cna ravennate. «Eppure solo alcuni mesi fa avevamo celebrato il 2021 come l’anno della ripresa, che alcuni economisti avevano definito non come semplice rimbalzo ma come vera e propria fase di espansione in grado di gettare le basi per una crescita stabile e duratura».

L’indagine congiunturale ipotizza un drastico ridimensionamento per lo scenario locale: «Non ci stiamo riferendo solo agli andamenti del Pil. Stiamo pensando, in particolare, alla movimentazione aziendale che avendo finalmente registrato nel corso del 2021 una buona performance nella provincia di Ravenna (con un saldo complessivo positivo pari a +102 imprese mentre l’artigianato ha chiuso con +68 unità) ha invertito un trend negativo che durava da ben nove anni. Riteniamo che questa tendenza, vista la situazione, sarà difficilmente replicabile nel corso del 2022».

Cna auspica un rafforzamento del polo energetico ravennate per uscire totalmente dalla dipendenza energetica dalla Russia: «Ripresa delle attività estrattive di gas naturale nell’Alto Adriatico; posizionamento di un rigassificatore galleggiante; un parco eolico offshore con fotovoltaico galleggiante annesso; un sistema per la cattura, lo stoccaggio e l’utilizzo dell’anidride carbonica da immettere nei giacimenti di metano esausti o per l’utilizzo nell’economia circolare. Tutti progetti che condividiamo e che riteniamo vadano attuati il prima possibile».

Mazzavillani e Leoni, a nome di Cna, ritengono ancora più strategico favorire con incentivi mirati e procedure semplificate la realizzazione di impianti di autoproduzione di energia elettrica da parte delle piccole imprese: «Secondo le nostre stime, su scala regionale, è possibile coinvolgere in tempi brevi oltre diecimila micro e piccole imprese, di cui circa un migliaio in provincia, che realizzando impianti tra 12 e 200 kW potrebbero assicurare una consistente produzione aggiuntiva di energia elettrica da rinnovabili, un forte taglio delle emissioni di CO2 e un buon risparmio di metri cubi di gas. Per favorire la realizzazione di piccoli impianti da fonti rinnovabili riteniamo sia necessario estendere gli incentivi anche alle Pmi, prevedendo un credito d’imposta che non può essere inferiore al 50 percento dell’investimento iniziale e che dovrà durare almeno un triennio».

La gestione del superbonus 110 fatta dal Governo non lascia soddisfatta la Cna: «Gli incentivi per la riqualificazione degli edifici prevedono la possibilità dello sconto in fattura e l’impresa deve anticipare al cliente l’ammontare del bonus per conto dello Stato. Per pagare fornitori, stipendi e imposte deve poter cedere quel credito altrimenti diventano praticamente inevitabili crisi di liquidità e fallimento. Sul nostro territorio le imprese coinvolte in questo rischio default sono circa duecento per oltre mille addetti. Occorrono soluzioni rapide ed efficaci che evitino il blocco di un settore che nel 2021 ha contribuito per un terzo al recupero del Pil». Per rendere concrete queste opportunità va risolto il problema del credito per le micro, piccole, medie imprese: «Il dato per la provincia di Ravenna nel 2021 è stato positivo, +2,1 percento di finanziamenti concessi rispetto all’anno precedente. Gli imprenditori lamentano, inoltre, grandi difficoltà con gli Istituti di credito in tema di prestiti o accessi ai fondi. Pertanto, è necessario rivitalizzare il sistema dei Confidi, che ha dato prova di sostenere con efficacia l’imprenditoria diffusa nella crisi in corso, e ottimizzare l’operatività del Fondo di Garanzia per le Pmi valorizzando la relazione tra pubblico e privato».

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