L’Ucraina anteguerra valeva il 10 percento del traffico merci sul Candiano

Si tratta soprattutto argille e cereali. Ravenna accoglie il 40 percento delle rotte verso l’Italia. Il totale movimentazioni dei primi nove mesi 2022 superiore al 2021. Terminal Sapir: «Molte incertezze per il 2023»

Terminal Sapir porto San Vitale foto aerea

Il terminal Sapir nella darsena San Vitale

Un decimo dei 27 milioni di tonnellate di merci movimentate nel porto di Ravenna nel 2021 veniva dagli scali dell’Ucraina che, al netto del Mediterraneo, è il più importante dei collegamenti per i traffici ravennati. Il Candiano è la porta di ingresso per il 40 perccento delle rotte dall’Ucraina all’Italia.
I 2,9 milioni di tonnellate dall’Ucraina e le 775mila tonnellate dalla Russia hanno rappresentato rispettivamente il 68 percento e il 18 percento del totale dei traffici 2021 di Ravenna con i Paesi affacciati sul Mar Nero (gli altri sono Turchia, Romania, Moldavia, Georgia e Bulgaria): 4,3 milioni di tonnellate cioè il 16 percento del traffico complessivo del Candiano. Nel 2021 dal Mar Nero sono partite 446 delle 2.700 navi che hanno toccato le banchine ravennati (duecento dall’Ucraina).

Dal punto di vista delle categorie merceologiche, il Mar Nero ha coinvolto due milioni di tonnellate di materie prime per le ceramiche, 1,3 milioni di agroalimentari, 250mila di concimi e 140mila di combustibili minerali.
Al momento gli uffici dell’Autorità portuale non sono in grado di fornire il dato provvisorio dei traffici da Ucraina e Russia da quando è scoppiata la guerra. Ma emerge un dato: nel periodo gennaio-settembre in totale sono state movimentate 770mila tonnellate in più dello stesso periodo 2021, una crescita del 3,8 percento.

Grafico Traffici Globale Porto 2021

Aree di provenienza e destinazione dei traffici globali del porto di Ravenna (dati 2021)

Agroalimentare. Le statistiche per questo settore, aggiornate al terzo trimestre, dicono che la movimentazione 2022 è in crescita di circa il 22,6 percento (oltre 750mila tonnellate in più) rispetto allo stesso periodo del 2021 nonostante l’anno scorso il traffico da/per i Paesi del Mar Nero abbia rappresentato un quarto del totale agroalimentare del porto di Ravenna. La nave Rojen arrivata a Ravenna il 13 agosto scorso – al terminal Docks Cereali con 15mila tonnellate di mais da Chornomorsk – ha segnato la ripresa dei traffici internazionali Ucraina-Italia dal giorno dell’invasione di Mosca nel Donbass (24 febbraio).
Materie prime per le ceramiche. Le migliori argille si trovano nelle cave del Donbass e venivano imbarcate a Mariupol: 2,5 milioni di tonnellate all’anno a Ravenna, prima dell’invasione russa. Da fine febbraio il settore della ceramica, principalmente Sassuolo e Faenza, è rimasto senza approvvigionamenti e, una volta esaurita lo stoccaggio nei magazzini portuali di Ravenna, è iniziata la ricerca di alternative all’Ucraina. Ai primi di marzo ha attraccato a Ravenna una nave turca con 30.500 tonnellate di argilla. E poi sono arrivati carichi da Portogallo e Spagna. I materiali da costruzione hanno registrato nei primi nove mesi 2022 una movimentazione complessiva in crescita del 2 percento rispetto al 2021. In particolare proprio la movimentazione di materie prime per la produzione di ceramiche è aumentata del 4,1 percento.
Concimi. Sono la categoria merceologica su cui maggiormente sta pesando il conflitto. Del totale movi- mentato nel 2021 (1,6 milioni di tonnellate) il 37 percento proveniva dall’Ucraina e il 24 percento dalla Russia. E così il periodo gennaio-settembre 2022 registra un calo dell’11,7 percento rispetto allo stesso periodo del 2021.

Grafico Traffici Mar Nero Porto 2021

Ripartizione dei traffici da/per e il Mar Nero al porto di Ravenna (dati 2021)

Sapir: «Molta incertezza per il ‘23, crollati i costi dei noli delle navi»

«Argilla dall’Ucraina non ne parte più e quindi è stato necessario trovare alternative». Il presidente della Sapir, l’avvocato Riccardo Sabadini, sintetizza così i rapporti del terminalista a controllo pubblico con Kyiv. Le banchine del porto San Vitale restano appetibili per chi commercia materiali per le ceramiche perché l’azienda si occupa anche di miscelare argille, caolini e feldspati in funzione delle formulazioni che servono ai clienti.
Ma non viaggia solo business tra Mar Nero e Adriatico. «Con i clienti ucraini che conosciamo da anni si erano instaurati rapporti umani e in alcuni casi abbiamo aiutato qualcuno che ha lasciato il Paese in Guerra per l’Italia».
Sabadini non azzarda previsioni per il 2023: «La sensazione è di enorme incertezza. I costi dei noli delle navi sono scesi in maniera vertiginosa. Potrebbe essere perché chi doveva fare scorte le ha fatte e ora non chiede più materie prime. Oppure potrebbe essere che gli armatori abbiano deciso di fermare le navi perché con queste tariffe non ritengano conveniente farle viaggiare».

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