A Ravenna e Cervia il più alto tasso di femminilizzazione, il più basso a Bagnara. Attive nel settore del commercio, dei servizi e del turismo
Le imprese femminili ravennati si concentrano al loro interno nel commercio (24,4% per le imprese femminili opera nel commercio e 19,1% per quelle “maschili”), nel settore dei servizi (33,3% per le femminili e 19,2% per quelle “maschili”) e nel turismo (13,6% contro 7,5%); meno nel settore primario (12,1% contro 18%), nell’industria (6,6% contro 8,6%) ed in misura molto minore nell’edilizia (3,4% contro 18,5%).
Sebbene, però, il tessuto produttivo femminile resti mediamente “più giovane” di quello maschile, le attuali 693 attività di giovani donne sono l’8,6% del totale (contro il 5,9% degli imprenditori under 35), mentre nel 2021 erano l’8,8% (nel 2019, anno pre-covid, erano l’8,9%), riducendo il proprio peso sulla componente imprenditoriale femminile. In termini di variazione percentuale, le femminili under 35, rispetto al 2021, evidenziano una tendenza negativa che conduce ad un -1,8% (-1,8% anche in Emilia-Romagna ed un -3,5% mediamente in Italia).
Alla stessa data, le imprese femminili straniere sono risultate 1.114, pari al 13,8% del totale delle imprese rosa della provincia di Ravenna: rispetto al 2021 hanno fatto registrare un forte incremento tendenziale (+5,2%) ed è stata la crescita delle imprese femminili straniere a determinare grandissima parte dell’evoluzione positiva complessiva delle aziende in rosa.
Per l’analisi settoriale, rispetto al 2021, in contro tendenza le attività di alloggio e ristorazione (-33 aziende in termini di saldo tra gli stock e -2,9% la variazione percentuale), il commercio (-31 e -1,5%) e l’agricoltura (-22 e -2,2%). Positiva e con saldo consistente la performance dell’insieme dei servizi alle imprese e professionali, in aumento di 63 unità (+5,1%), in particolare le attività professionali, scientifiche e tecniche (+27 e +10%), di noleggio, agenzie di viaggio ed attività di supporto (+18 unità e +5,3%) e le attività immobiliari (+16 e +3,2%), a cui fanno seguito i servizi alla persona (+30 e +2,2%), spinti in particolare da attività artistiche, sportive e di svago (+12 il saldo e +6,6% la variazione percentuale rispetto al 2021), da istruzione (con 9 aziende femminili in più) e da sanità ed assistenza (+8).
In crescita anche le imprese femminili delle costruzioni (+14 e +5,3%), dell’industria manifatturiera (+6 e +1,2%) e dei trasporti (+4 e +5,3%). Il 62,5%, infine, sono imprese individuali, il 16,8% società di persone ed il 18,8% società di capitali. L’aumento costante delle imprese costituite in forma di società di capitale interessa anche le imprese femminili (+6%); in crescita anche le altre forme (+2,7%). In diminuzione, invece, società di persone (-1,9%) e ditte individuali (-0,6%).
«Ancora oggi tante, troppe donne devono affrontare impedimenti e difficoltà – ha sottolineato Antonella Bandoli, presidente del Comitato provinciale per l’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Ravenna – per raggiungere una piena parità, con un modello ancora sbilanciato a loro sfavore sui carichi del delicato equilibrio casa-lavoro. Anche l’equa distribuzione di queste responsabilità è una questione che interpella le imprese e la loro funzione sociale e culturale, oltre che di sviluppo».