In provincia aumentano le aziende femminili: a fine 2022 erano più di 8mila

A Ravenna e Cervia il più alto tasso di femminilizzazione, il più basso a Bagnara. Attive nel settore del commercio, dei servizi e del turismo

Imprese FemminiliSono 8.096, il 21% del totale, le imprese femminili in provincia di Ravenna alla fine del 2022: sono 31 in più rispetto al 2021 (+0,4%, a fronte del +0,3% registrato dal sistema imprenditoriale collettivo) e guadagnano 47 unità rispetto al 2019 (+0,6%). Ravenna (22,7%) e Cervia (23%) i Comuni con il più alto tasso di femminilizzazione, il più basso nel Comune di Bagnara di Romagna (15,9%). La quota di imprese femminili in provincia è in controtendenza con i valori registrati dall’Emilia-Romagna (-0,7%) e quello dell’Italia (-0,4%). Questo è quanto emerge da una recente indagine condotta dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ravenna sui dati del Registro delle Imprese.

Le imprese femminili ravennati si concentrano al loro interno nel commercio (24,4% per le imprese femminili opera nel commercio e 19,1% per quelle “maschili”), nel settore dei servizi (33,3% per le femminili e 19,2% per quelle “maschili”) e nel turismo (13,6% contro 7,5%); meno nel settore primario (12,1% contro 18%), nell’industria (6,6% contro 8,6%) ed in misura molto minore nell’edilizia (3,4% contro 18,5%).

Sebbene, però, il tessuto produttivo femminile resti mediamente “più giovane” di quello maschile, le attuali 693 attività di giovani donne sono l’8,6% del totale (contro il 5,9% degli imprenditori under 35), mentre  nel 2021 erano l’8,8% (nel 2019, anno pre-covid, erano l’8,9%), riducendo il proprio peso sulla componente imprenditoriale femminile. In termini di variazione percentuale, le femminili under 35, rispetto al 2021, evidenziano una tendenza negativa che conduce ad un -1,8% (-1,8% anche in Emilia-Romagna ed un -3,5% mediamente in Italia).

Alla stessa data, le imprese femminili straniere sono risultate 1.114, pari al 13,8% del totale delle imprese rosa della provincia di Ravenna: rispetto al 2021 hanno fatto registrare un forte incremento tendenziale (+5,2%) ed è stata la crescita delle imprese femminili straniere a determinare grandissima parte dell’evoluzione positiva complessiva delle aziende in rosa.

Per l’analisi settoriale, rispetto al 2021, in contro tendenza le attività di alloggio e ristorazione (-33 aziende in termini di saldo tra gli stock e -2,9% la variazione percentuale), il commercio (-31 e -1,5%) e l’agricoltura (-22 e -2,2%). Positiva e con saldo consistente la performance dell’insieme dei servizi alle imprese e professionali, in aumento di 63 unità (+5,1%), in particolare le attività professionali, scientifiche e tecniche (+27 e +10%), di noleggio, agenzie di viaggio ed attività di supporto (+18 unità e +5,3%) e le attività immobiliari (+16 e +3,2%), a cui fanno seguito i servizi alla persona (+30 e +2,2%), spinti in particolare da attività artistiche, sportive e di svago (+12 il saldo e +6,6% la variazione percentuale rispetto al 2021), da istruzione (con 9 aziende femminili in più) e da sanità ed assistenza (+8).

In crescita anche le imprese femminili delle costruzioni (+14 e +5,3%), dell’industria manifatturiera (+6 e +1,2%) e dei  trasporti (+4 e +5,3%). Il 62,5%, infine, sono imprese individuali, il 16,8% società di persone ed il 18,8% società di capitali. L’aumento costante delle imprese costituite in forma di società di capitale interessa anche le imprese femminili (+6%); in crescita anche le altre forme (+2,7%).  In diminuzione, invece, società di persone (-1,9%) e ditte individuali (-0,6%).

«Ancora oggi tante, troppe donne devono affrontare impedimenti e difficoltà – ha sottolineato Antonella Bandoli, presidente del Comitato provinciale per l’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Ravenna – per raggiungere una piena parità, con un modello ancora sbilanciato a loro sfavore sui carichi del delicato equilibrio casa-lavoro. Anche l’equa distribuzione di queste responsabilità è una questione che interpella le imprese e la loro funzione sociale e culturale, oltre che di sviluppo».

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